Uno spettacolo teatrale in lingua napoletana per la regia di Iolanda Schioppi. Al Barbuti di Salerno arriva: “Troiane, figlie di un dio minore?”
Lunedì 30 agosto, alle ore 21.30, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per la XXXVI edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, nell’ambito de La Notte dei Barbuti, diretta da Brunella Caputo, Gabbianella Club Events porta in scena “Troiane, figlie di un dio minore?” Regia di Iolanda Schioppi. In scena: Iolanda Schioppi, (Elena) Agnese Laurenza, (Ecuba) Josepha Pangia, (Cassandra) Caterina Giugno, (Andromaca) Roberta Capuano (voce narrante). Ingresso 10 euro.
Troiane, figlie di un Dio minore?, è uno spettacolo teatrale in lingua napoletana, nato da uno studio che affonda le sue radici nella storia e nelle origini del teatro. L’autrice Iolanda Schioppi, pone le basi per una riflessione sul tempo e il suo ripresentarsi nel presente in maniera puntuale, come se l’umanità intera fosse prigioniera di un incantesimo da sciogliere. Il testo prende a pretesto il mito e la storia delle Troiane per tessere un tessuto contemporaneo che da voce all’amore, alla vulnerabilità della condizione umana, al potere, alla distruzione, al desiderio di libertà, all’assoggettamento e al dolore struggente di chi non ha forza e voce per essere sentito o vendicato ponendo l’attenzione alla lotta contro ogni forma di dominio per la libertà individuale.
Cogliendo l’eterno contemporaneo della civiltà classica dunque la storia delle Troiane si inserisce nel presente in un loop potente e disarmante attraverso voci di donne, condannate per contrappasso ad un destino cieco e disilluso, accentuato da una fede in un Dio che non è più salda.
Lo spazio all’interno del quale le donne si muovono, è un circuito chiuso, una gabbia pronta a trasformarsi ora in giaciglio d’amore e passione ora in tempio sacro, luogo li dove si incontrano e scontrano i personaggi che sollecitano interrogativi di natura etica, superati i quali, i confini che definiscono l’umanità sono destinati a vacillare. Una voce narrante è il fil rouge della storia delle quattro nobili donne, uniche sopravvissute alla guerra di Troia, connesse da un comune destino: la schiavitù. Il senso della fine e della desolazione giunge al di là degli effetti della guerra, iscrivendosi tra le possibili derive verso la disumanità.