È accaduto questa mattina: alcuni gruppi studenteschi della provincia di Salerno si sono riuniti nei pressi della Stazione Ferroviaria di Nocera Inferiore per dar vita ad un corteo in memoria della Liberazione
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Circa 100 persone, tra studenti e lavoratori, questa mattina hanno riempito le strade di Nocera Inferiore con cori e canti popolari in memoria della Resistenza, per onorare la storia del 25 Aprile. Qualche passante, sorpreso, sulle note di “Bella Ciao” muoveva la bocca, ma non riusciva ad unirsi a quei canti. Forse era passato troppo tempo dall’ultima volta che li aveva sentiti. La memoria aiuta a continuare a cantare.
Il Collettivo L’Altra Nocera ha fortemente voluto questo corteo per ricordare che la libertà necessita dell’impegno di tutti per potersi manifestare e che, sebbene siano passati 71 anni, ancora oggi c’è il bisogno di metter fine ai soprusi e alle violenze, di cui spesso siamo spettatori.
«Da molto tempo a Nocera Inferiore il 25 aprile non si festeggia più. Secondo qualcuno, secondo qualche amministratore, non c’è nulla da festeggiare, perché la guerra, noi, l’abbiamo persa.
Ma i “giovani” hanno un altro ricordo: quello in cui l’Italia veniva liberata dai fascismi e dalle violenze, quello in cui un Paese rinasce dopo un ventennio di dittatura e omologazione, quello in cui fischia il vento dell’avvenire, per un futuro “normale” e finalmente giusto.»
Alla marcia hanno aderito anche l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), la Rete della Conoscenza con l’Unione degli Studenti e Link Fisciano.
Dopo aver attraversato Corso Vittorio Emanuele, i manifestanti si sono diretti verso la Villa Comunale “Rea“. Tra gli interventi è emerso il tema degli spazi “aperti”, di aggregazione, totalmente assenti in città, oltre alla volontà di riaprire quella villa per favorire il dialogo tra i giovani, contro l’individualismo a cui spingono i social network. Nel momento in cui i manifestanti hanno provato ad aprire il cancello è subito arrivata la polizia a bloccarli. Un ragazzo è stato incolpato, sebbene stesse soltanto assistendo; agli occhi dei presenti è parso come un atto di razzismo, visto che il ragazzo era di colore.
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