Ieri, presso la Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore, si è tenuto un incontro di Amnesty International con Ahmed Abdallah, consulente legale della famiglia di Giulio Regeni al Cairo, per parlare di diritti umani e degli sviluppi sul caso
Biblioteca gremita di persone ieri a Nocera Inferiore, la città ha ospitato una delle figure più influenti degli ultimi anni in Italia e in Egitto ossia Ahmed Abdallah, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà e consulente legale al Cairo della famiglia di Giulio Regeni, il giovane ricercatore vittima di un delitto ancora irrisolto.
L’incontro è stato aperto dall’Assessore alle Politiche Giovanili e Culturali Federica Fortino con i saluti istituzionali e poi proseguito con l’intervento di Tina Marinari, Coordinatrice Campagne della Sezione Italiana di Amnesty International, la quale ha ricordato l’ordine degli eventi dell’omicidio di Giulio Regeni.
Ha preso poi la parola Abdallah che ha raccontato alcuni aneddoti di vita vissuta in Egitto in un clima molto difficile in cui i diritti umani vengono totalmente trascurati e non rispettati. Nel 2016 è stato arrestato per aver chiesto notizie di Regeni e per far luce sul caso dai dettagli insabbiati. Rimase chiuso in carcere per 5 mesi di cui alcuni in isolamento dove visse in condizioni pietose, fortunatamente poi grazie alle pressioni del Governo Italiano ed Egiziano fu scarcerato. In qualità di presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (l’organizzazione non governativa per i diritti umani che sta offrendo attività di consulenza ai legali della famiglia del giovane ricercatore), sta cercando di fare del suo meglio per poter riportare a galla la verità.
A fine intervento è stato dato spazio alle domande dei presenti orientate tutte nella stessa direzione: c’è un modo per poter porre fine a tutto questo e per poter riportare la tranquillità in Egitto dove i diritti umani non contano, ma a far da padrone sono solo il caos e la morte?
Abdallah è fiducioso, ma tutto non può partire solo da lui, “ci deve essere l’aiuto del popolo e delle istituzioni che insieme usando la giusta pressione possono ribaltare le situazioni presenti ancora oggi nel Paese egiziano.“.