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No Pirlo, no party!

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No Pirlo, no party!

Uomo-assist contro la Spagna, goleador contro lo Croazia, un po’ in ombra contro l’Irlanda, letteralmente monumentale contro l’Inghilterra: Andrea Pirlo è l’autentico trascinatore della Nazionale italiana. Prandelli gli ha affidato le chiavi del centrocampo azzurro e lui, da leader indiscusso e indiscutibile, è diventato il faro di questa squadra.

Unico realmente insostituibile, Pirlo è il vero e proprio catalizzatore del gioco: dai suoi piedi “fatati” partono tutte le azioni italiane e quasi sempre sue sono le geniali verticalizzazioni che innescano gli avanti azzurri -da ricordare, tra gli altri, i lanci eccezionali che hanno messo più volte Balotelli a tu per tu col portiere inglese Hart e lo splendido filtrante che ha permesso a Di Natale di firmare l’1-0 contro la Spagna. Una perla il rigore battuto contro l’Inghilterra, che ha ricordato il “cucchiaio” che un altro campione come Totti sfoderò contro Van der Saar nella semifinale di Euro 2000 -giocate che solo i fuoriclasse hanno il coraggio di provare.

Chissà quante volte, quest’anno, i tifosi e soprattutto i dirigenti del Milan si sono mangiati le mani… Lo scorso anno il club rossonero decise di non rinnovare il contratto al 33enne centrocampista bresciano, molto probabilmente pensando che fosse ormai un giocatore “bollito” e sulla via del tramonto: un madornale errore che ha fatto le gioie della Juventus, di cui Pirlo è stato uno dei principali artefici della vittoria dello scudetto.

E chissà quale altra piega avrebbe potuto prendere la disastrosa spedizione azzurra al Mondiale sudafricano di due anni fa, quando il “pianista” -così l’ha ribattezzato la stampa inglese dopo la sontuosa prestazione di domenica sera-, reduce da un infortunio, poté giocare solo un tempo dell’ultima partita contro la Slovacchia: quella era una Nazionale ormai “usurata”, ma a Lippi bisognava concedere quantomeno quest’alibi.

Nella semifinale di domani sera, il ct della Germania Loew cercherà sicuramente di ingabbiare il nostro regista, forse ordinando a Khedira e Schweinsteiger di francobollarlo sin dentro gli spogliatoi. Ma Pirlo ha dimostrato di avere qualità immense: ecco perché l’Italia si affida a lui per riconquistare, dopo 12 anni, una finale europea. Gli Italiani lo sanno e chiedono al play-maker l’ennesima prova maiuscola, che potrebbe avvicinarlo a un altro sogno chiamato Pallone d’oro e lo consacrerebbe ancora una volta tra i migliori centrocampisti del mondo.