Ieri sera il lentiscosano Nino Russo in concerto al cinema Bolivar. Domenica 16 dalle ore 17 parte “Estasi e passione”: sulle orme di Caravaggio nella Napoli del ‘600. Mostra allestita presso il centro polifunzionale “Cesarino” di Sapri e curata dal parroco di Lentiscosa e Marina di Camerota, don Gianni Citro, esperto ed appassionato di arte. La mostra resterà aperta tutti i giorni fino al 18 maggio
Il Cilento è cresciuto nel “degrado”, come afferma Nino Russo, durante il suo ‘polemico’ concerto di clarinetto. Il clarinetto è lo strumento musicale dalle caratteristiche tecniche complesse, per una musica ricercata, spesso rivolta a esperti. Nino Russo fa del suo strumento un prolungamento dei suoi pensieri, della sua interiorità, delle sue amare delusione e delle speranze. Introduce il concerto con un pezzo di Luigi Cherubini, dichiarando alla platea di essere un clarinettista, e comincia così a raccontarsi, trasforma il concerto in un colloquio intimo e profondo con il suo caro pubblico. Parla della sua infanzia, dei suoi incontri più interessanti, commenta ciò che gli è accaduto, tutto ciò che l’ha segnato, poi arriva a parlare del suo amore più grande: Lentiscosa e il Comune di Camerota. Il suo rapporto profondo con la sua terra lo porta, inevitabilmente, a parlare delle condizioni difficili che sta attraversando il comune, e l’Italia nella sua complessità.
Cosa può portare fuori dalla crisi? Per Nino la crisi si supera valorizzando l’economia del territorio, creando un gruppo di persone che firmino patti morali tra di loro, prima di entrare in politica, e poi, la cultura, la musica. Fare del bel territorio di Camerota un teatro di spettacoli musicali, d’incontri culturali; ad esempio organizzare concerti nelle grotte di Marina di Camerota, dare così un senso nuovo a Cala Bianca, la spiaggia più bella d’Italia.
Unione, lavorare insieme, e non solo nei mesi estivi: questi sono i messaggi del clarinettista cilentano, che ha suonato al San Carlo di Napoli e alla RAI. Infatti Nino ha scelto di fare il suo concerto in questo periodo per offrire ‘qualcosa’ alla comunità del Comune di Camerota, e non soltanto al turista.
Toccante l’esecuzione del brano scritto da un ebreo nei campi di concentramento, come anche il pezzo dello stesso Nino, che esprime le variegate, dissonanti sensazioni e stati d’animo del matto. Il matto, forse è il personaggio che ha voluto interpretare Nino Russo ieri sera. Matto perché spera? matto perché è un idealista? Matto perché non sopporta le mediazioni? Matto perché parla apertamente di fronte a tutti? Nino Russo conclude il suo incontro dichiarando: “Il problema è che mentre soffio nel clarinetto, penso”. Pensare. La parola chiave della serata. Nino Russo si autoproclama come quel cittadino del Comune di Camerota, che vuole lavorare per smuovere le coscienze, consapevole del fatto che sia un percorso lungo e faticoso, ma fermamente convinto di volerlo fare.
Far rinascere il Cilento significa anche ripartire con la cultura, creando spazi e contesti in cui renderla protagonista. Sono stati diversi i momenti di aggregazione culturale nell’ultimo periodo, diversi gli eventi, la partecipazione della comunità non è particolarmente significativa e spesso ci si ritrova a essere gli stessi di sempre. Forse adesso il Cilento sta andando verso una strada giusta, migliore e nuova. Molti dei talenti, molti intellettuali cilentani si stanno facendo promotori di una trasformazione interna e della forma mentis.
Domenica 16 marzo infatti, si apre la mostra dedicata ai seguaci di Caravaggio, ed è ancora un cittadino del posto a promuoverla, in questo caso un parroco, lo stesso che sta dietro la grande organizzazione del Meeting del Mare, che da diversi anni porta a Marina di Camerota la musica di gruppi emergenti, meno noti, e artisti internazionali.
Questo è il terzo anno che vede la collaborazione tra don Gianni Citro e la Banca del Cilento e Lucania Sud per i grandi eventi. La mostra raccoglie autori come Mattia Preti, Andrea Vaccaro, Giacinto Brandi e Andrea Malinconico. Il percorso artistico segue la rappresentazione delle parole come ‘estasi‘ e ‘passione‘: “Che dalla mentalità cristiana sono state trasferite nelle cellule del popolo, come due atteggiamenti di vita che guidano la civiltà”, come dichiara il curatore.
Inoltre, la mostra mette in evidenza le rivoluzioni estetiche e artistiche portate dalla pittura di Caravaggio, che si possono riscontrare in molti artisti della Napoli del ‘600.