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Nek, Max, Renga, il trio che non ti aspetti per una notte di musica amarcord

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Nek, Max, Renga, il trio che non ti aspetti per una notte di musica amarcord

Un lungo viaggio tra quelle canzoni che tutti noi abbiamo cantato o ascoltato almeno una volta nella vita. Sembra questa la mission del “Nek, Max, Renga Tour” che nella serata di ieri è sbarcato al Palasele di Eboli con uno show ricco di grinta e musica

Ci sono un lombardo, un romagnolo ed un friulano…. No, non è l’inizio di una barzelletta o qualcosa di simile ma può essere l’incipit ideale da cui partire per descrivere il “Nek, Max, Renga Tour” che ieri sera ha fatto tappa al Palasele di Eboli per la prima delle due date previste in Campania. Sul palco, oltre ad una band foltissima di elementi ed alla rappresentanza delle regioni citate prima, ci sono tre artisti, tre performer ma soprattutto tre amici che da oltre un ventennio sono protagonisti concreti della musica nostrana e che, stando alle parole proferite in apertura di show dall’unico romagnolo della formazione, attualmente rappresentano la “prima boy band per adulti, nonché quella ancora non vietata ai minori”. Per chi avesse ancora delle titubanze sulla loro identità basta mettere insieme i nomi di Francesco Renga, Max Pezzali e Nek, e subito si capisce di cosa ci apprestiamo a parlare.

Da vera e propria scommessa incognita a protagonista della stagione concertistica invernale ancora in corso, questo trio totalmente inedito è portavoce di uno show privo di fronzoli che concentra tutta la sua attenzione sulla musica. Le canzoni, infatti, sono l’elemento dominante di tutta la serata e, dislocate in una scaletta che sembra infinita, trasportano l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio nel passato con tappa obbligata in qualche edizione del Festival di Sanremo e qualche altra del Festivalbar. Il risultato è un vero e proprio karaoke generale in grado di far tornare a casa senza voce anche chi si trovasse a passare lì per caso.

Si, perchè nella tracklist di giornata ci sono tante canzoni facili da trovare in radio ed altrettante di quelle presenti nell’ipod di chiunque da sempre come “Gli anni”, corredata da immagini a tema proiettate sull’unico ledwall del palco, “Sei fantastica” o “Se io non avessi te”, per l’occasione abbinate alle più recenti “Unici”, sulle cui note una serie di luci si muove meccanicamente a tempo sullo sfondo dello stage, “Meravigliosa” o “A un isolato da te” che, intonate a voci alterne dai tre cantanti costantemente impegnati a spalleggiarsi l’un l’altro, spianano la strada alle sirene total blue utili a creare l’atmosfera ideale per il delirio di “Hanno ucciso l’uomo ragno”, corredata da tanto di Renga con maschera a tema,  ed alle variazioni cromatiche in rosso quando ad essere intonata è invece “Se telefonando”. In mezzo a tutto questo ci sono l’eleganza e le risatone di Renga mentre si finge narratore burlesco di qualche aneddoto, la grinta dall’outfit in pelle rosso nera ed il basso bianco nero di Nek, e soprattutto le tante storie messe in musica nel corso di questi anni da Max. Mentre i primi due contribuiscono ad aizzare e trascinare la folla con la loro energia, infatti, il terzo deve solo cercare di seguirla quando la sua voce si somma alle altre dell’arena che scandiscono il tempo di ogni nota presa in prestito dal suo repertorio.

Non manca il consueto momento acustico introdotto dalla “Raccontami” di Renga e scandito dalla chitarra e dalle mani di Nek che, tra una battuta e l’altra con i suoi compagni di viaggio, intona gli accordi di alcuni dei brani più intimi e famosi prodotti dal trio nel corso degli anni, prima che l’intero Palasele si trasformi in una vera e propria discoteca dove ognuno è praticamente costretto a ballare seguendo i ritmi di altri pezzi cult come “Sei un mito”, “La regola dell’amico”, fusa per la serata con un accenno del noto tormentone dance “Disco Inferno”, e “Laura non c’è”. C’è giusto il tempo di rifiatare un momento guardando l’immagine riportata in video di una finestra attraverso cui Renga intona “Vivendo adesso”, prima che la discoteca riapra di nuovo e si diffonda a ritmo anni ’90 tra il Friuli, la Lombardia e l’Emilia Romagna in direzione “Nord sud ovest est”.

Galleria fotografica a cura di Alfonso Maria Salsano: