I Negramaro arrivano a Eboli per la prima delle due date campane che li vedranno ancora in scena l’8 dicembre a Caserta. Lo show è prepotente e da gustare tutto d’un fiato
[ads1] Alla fine la tanto attesa rivoluzione dei Negramaro, che sta mettendo a ferro e fuoco i palasport di tutta Italia, è sbarcata anche in Campania, ed ha scelto come arena il Palasele di Eboli. La band si è esibita ieri sera con uno spettacolo nato per promuovere dal vivo il loro ultimo album di inediti, “La rivoluzione sta arrivando”, uscito lo scorso settembre a distanza di tre anni dalla raccolta “Una storia semplice” e a cinque dal precedente disco in studio “Casa 69”.
Fin dalle prime battute si nota chiaramente quanto lo show proposto dai Negramaro si fondi su un ottimo miscuglio tra musica ed effetti visivi, nel quale i brani eseguiti sono abilmente intrecciati con molte proiezioni video di ispirazione fumettistica, disegnate dal bassista Ermanno Carlà e composte da avatar e mapping 3d. Il tutto sfrutta come base un palco molto ampio e spazioso corredato di ledwall sul fondo e che nella parte frontale abbozza una leggera propensione verso la folla.
Lo sviluppo dello spettacolo segue una vera e propria trama rappresentata mediante video a mò di film, nel cui inizio i membri della band a bordo della loro navicella spaziale, ritornano dopo un viaggio sulla Terra, trovando un pianeta diverso, desolato e ipertecnologico. Qui, Giuliano, Lele, Ermanno, Danilo, Andrea e Pupillo, autodefinitisi “rivoluzionauti”, tenteranno di portare la loro piccola rivoluzione a suon di musica e giochi di luce.
Quest’idea di fondo è ulteriormente amplificata dai costumi indossati dai membri della band che sembrano ricalcare uniformi di derivazione spaziale con Giuliano che da vero leader è sempre in prima linea con una giacca simile a quella di un capitano.
La scaletta prevede circa ventitré canzoni distribuite in oltre due ore di concerto preceduto da un dj-set che contribuisce ad ingannare l’attesa e a riscaldare il pubblico presente in sala.
LO SHOW- Allo spegnimento delle luci inizia lo show vero e proprio con l’esibizione della band dietro ad un grandissimo telo bianco, su cui scorrono immagini e video che lasciano intravedere le sagome dei cantanti alle prese con “Sei tu la mia città” e “Il posto dei Santi”. Un incipit che senza dubbio crea scalpore oltre che fascino e resta impresso nelle decine di cellulari alzati al cielo dal pubblico.
Il terzetto iniziale dei brani estratti dall’ultimo album viene completato da “Attenta” ripresa in una chiave molto più rock ed amplificata dal coro in sottofondo del pubblico già permeato dall’esibizione, mentre il telo bianco scorre via rendendo perfettamente visibili gli artisti sul palco. Da lì in poi i Negramaro rincarano la dose e vanno subito a pescare i successi del passato: dalla cover di “Meraviglioso”, in cui Sangiorgi si diletta anche alla chitarra, a “Un passo indietro”, corredata da un breve plauso a Pino Daniele, passando per “Cade la pioggia” e “Nuvole e lenzuola” che manda in estasi i fan.
Segue un breve medley realizzato con voce e piano da Giuliano Sangiorgi accompagnato dalla fisarmonica di Andrea de Rocco nell’intonare “Sei”, “Fino alla fine” e “Lo sai da qui”, dedicata dal leader del gruppo al padre scomparso nel 2013, prima di ributtarsi nel rock puro e crudo di “Ti è mai successo”, la cui strofa finale viene interpretata come un dialogo teatrale. Tutto ciò si interpone tra i sound simili ad una marcia de “La rivoluzione” e “L’amore qui non passa”.
Ancora le sagome e ancora i giochi di luce ed ombra oscurano la band che abbozza le note di “Solo 3 minuti” ed “Estate” quando Sangiorgi inaspettatamente ricompare da solo sul palco mentre sul telo gli altri membri sono rappresentati dall’ immagine di 6 burattini pirati tutti in fila con la testa abbassata. Tra l’ovazione del pubblico e a ritmo di musica, Giuliano chiama uno ad uno i componenti del gruppo e di volta in volta i burattini sollevano il capo sulle note di “L’immenso” e tutto il gruppo ritorna sul palco, pronto per il finale pirotecnico affidato a “Parlami d’amore” e “Mentre tutto scorre” che chiude definitivamente lo show.
IL COMMENTO – “La rivoluzione sta arrivando” è un titolo azzeccatissimo perché in effetti essa arriva per davvero.
Uno spettacolo che rispecchia in pieno il nome del gruppo, quel vitigno del Salento che dà un prodotto dal sapore dolciastro nell’immediato ma che lascia in bocca un retrogusto amaro. E così sono i Negramaro: ricchi di sfaccettature da analizzare e rianalizzare perché nel momento in cui credi di averli compresi devi rivalutarli, cambiare prospettiva e ci sarà sempre qualcosa che ti sfugge. Ad un primo impatto possono sembrare smielosi, scontati ma è solo apparenza che, si sa, inganna. Ed allora la visione superficiale degli assoli di chitarra che sembrano servire solo a fare scena, viene sopraffatta dalla pienezza e dalla malinconia del pianoforte o dalla voce di Sangiorgi e dei suoi testi semplici e allo stesso tempo ricercatissimi. La sperimentazione che accompagna la band salentina dall’inizio del suo percorso nel mondo della musica, evidenziata anche in questo live con i cambiamenti di suono in diversi arrangiamenti che oscillano a tratti tra la dubstep, l’elettronica ed il blues.
Uno spettacolo che non annoia anche perché all’atto pratico Giuliano e i suoi riempiono il palco con una forza ed un calore assurdo, ballando e saltando ovunque coinvolgendo anche lo spettatore più annoiato.
Due ore di concerto, senza interruzioni, due ore finite presto e da rivedere, perché sicuramente tra tutti questi messaggi e questa musica qualcosa si è perso, qualcosa ancora ci sarebbe da gustare e qualcos’altro da rielaborare.
Perché i Negramaro sono così, quando pensi di aver capito dove vogliano condurti, loro cambiano strada e ricomincia la rivoluzione.
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