A Castel San Lorenzo si riprende il discorso lasciato in sospeso ad agosto per la costituzione di un comitato per la promozione dei distretti agroalimentari
[ads1]Come ci ha tenuto a precisare il sindaco di Castel San Lorenzo, Gennaro Capo, la creazione di un distretto agroalimentare che comprenda la produzione agricola di buona parte del Cilento è un progetto che è in campo dal 2012 e che si è già fatto spazio alla Regione fino all’ottenimento di una legge che regoli e tuteli la formazione di tale distretto.
Nella serata del 4 ottobre, nell’Aula Consiliare del Comune di Castel San Lorenzo, si è potuto, perciò, procedere alla sottoscrizione dell’atto costitutivo del Comitato promotore dei distretti: in parole povere, tutte le amministrazioni della Valle del Calore e degli Alburni, i rappresentanti di aziende agricole private, le associazioni, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche e chiunque fosse interessato alla conservazione del patrimonio paesaggistico e alla promozione dei prodotti locali erano presenti per prendere parte a quello che è solo l’inizio di un lungo processo economico che deve portare queste terre verso lo sviluppo.
Sempre con le direttive di Anna Pina Arcaro e Rosa Pepe, moderatrici della serata nonché rappresentanti del C.R.A. di Roma, alla discussione pubblica hanno preso parte personalità a rappresentanza di diversi enti pubblici e privati, come la Regione Campania, il CURSA di Roma, la Coldiretti di Salerno, il Profagri di Salerno, il Gal del Vallo di Diano, la Legambiente Campania, il Forum dei Giovani di Castel San Lorenzo, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.
Tutti hanno parlato di un nuovo modo di fare agricoltura, che salvaguardi comunque il guadagno individuale di ogni aderente al distretto, ma che preservi l’unicità dei prodotti proposti al mercato e soprattutto crei un marchio, una regione comune e sicura di provenienza per tutti i prodotti. Inoltre l’attenzione, parlando d’innovazione, non poteva essere rivolta se non ai giovani, teoricamente numerosi, ma perennemente in fuga da queste terre per mancanza di sbocchi lavorativi; la creazione di questo distretto agroalimentare dovrebbe rappresentare il giusto freno a tale perdita di giovani menti, offrendo loro l’opportunità di costruirsi un futuro ripartendo dal passato e dalle tradizioni.
Ci sono ovviamente ancora punti oscuri da sistemare che possono creare dubbi fra gli abitanti dei paesi aderenti, come ad esempio il discorso sulla viabilità (così disastrosamente disagevole per chi abita in questi paesi e conseguentemente poco agibile per chi vuole raggiungere tali zone) oppure sulla giusta ripartizione dei compiti fra amministrazioni ed enti privati, per far sì che le imprese aderenti (in maggior parte di piccola taglia) possano essere tutelate nel grande cambiamento intrapreso. Si spera, dunque, d’iniziare a collaborare seriamente per spianare tutte le difficoltà e iniziare a produrre concretamente qualcosa.
A conclusione della serata, degli stand hanno offerto un assaggio di quei prodotti che dovrebbero venire sponsorizzati e venduti proprio da questo futuro distretto agroalimentare.
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