Era il lontano 1987. Il premier russo Gorbaciov parlava di “trasparenza” e “rinnovamento”, i Simpson comparivano per la prima volta sullo schermo, il Napoli di Maradona vinceva il primo scudetto della sua storia, ed alcuni studenti sarebbero diventati i primi testimoni del progetto che ha cambiato l’idea di istruzione e formazione in Europa.
Da quella data, sono, attualmente, 3 milioni gli studenti che hanno beneficiato della borsa Erasmus offerta dall’Unione Europea.
Nell’anno accademico 2011/2012 con la cifra complessiva di 250 mila giovani, si è registrato il record di partenze annuali, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Le destinazioni più gettonate sono state la Spagna, la Francia, la Germania e l’Italia. La media di permanenza all’estero è stata di sei mesi. Quattro giovani su cinque hanno scelto la modalità studio, il restante, ha optato per un periodo di stage. Ben 23.400 sono stati gli italiani in interscambio, Bologna la terza città in Europa per accoglienza, preceduta dall’Università di Granada e dalla Complutense di Madrid.
Ma cerchiamo di fare chiarezza sulle finalità del progetto, che ha visto nell’ultimo anno una crescita vertiginosa. Il programma Erasmus è inserito all’interno del Lifelong Learning Programme, programma dell’Unione Europea per sostenere l’istruzione e la formazione. Il nome trae origine dal teologo e viaggiatore Erasmo da Rotterdam ed è l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students: esso prevede la possibilità per i soggetti vincitori della borsa di studio o tirocinio, di trascorrere un periodo compreso tra i 3 ed i 12 mesi in un’università di un altro paese, convenzionata con l’università di origine. Il contributo economico in media è di 250 euro, ma varia in relazione al Paese di destinazione ed all’università di partenza. Al programma partecipano i 28 stati membri dell’Unione Europea più Turchia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Nel 2012 l’Erasmus ha festeggiato i 25 anni ed oggi è attualmente considerato il programma di mobilità più famoso dell’Unione Europea e quello che più ha contribuito alla finalità di creazione e sostegno di una Europa unita.
L’attuale programma di finanziamento in vigore dal 2007 scade quest’anno ed ha visto lo stanziamento di 3 miliardi di euro soltanto per il programma Erasmus. Dopo una fase di incertezza iniziale, è arrivato l’ok dell’Unione Europea per un nuovo finanziamento al progetto che andrà sotto il nome di Erasmus+.
Dal 2014 al 2020 esso prevede un finanziamento di 14 miliardi e mezzo di euro complessivo, circa il 40% di fondi in più rispetto al precedente, consentendo a circa 4 milioni di persone di formarsi, insegnare, studiare o fare volontariato all’estero. Il programma riunirà sotto di sè una serie di programmi prima separati quali Erasmus, Leonardo da Vinci, Comenius, Grundtvig, Gioventù in Azione, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink, e finanzierà anche azioni nel nuovo settore di competenza europea, lo sport.
Attualmente il 4.5% degli studenti europei usufruisce di una borsa Erasmus e la stragrande maggioranza è concorde nell’affermare come essa sia stata un’occasione di crescita personale e professionale senza eguali.
In questo contesto si inserisce l’opera di alcune associazioni di volontariato tra cui L’Erasmus Student Network che contribuiscono a rendere il soggiorno degli studenti in entrata e uscita più confortevole e l’esperienza di vita ancora più indimenticabile. Bisogna avere molto coraggio per partire e lasciarsi il passato alle spalle, ma i vantaggi offerti da una simile esperienza non possono essere raccontati solo a parole. “Il mondo è un libro e chi non viaggia legge solo una pagina”.
(a cura di Gianluca Gallo)