Un caseificio di Montella riversava le proprie acque reflue nel fiume Calore, situato a pochi passi
Montella – Nella cittadina irpina, famosa per prodotti tipici come la castagna che ha una denominazione IGP e altri prodotti agro-alimentari come quelli caseari, un caseificio di proprietà locale è stato individuato come responsabile d’inquinamento del fiume Calore.
Questo fiume, che ha una lunghezza di 108 km e una portata di 31,8 metri cubi al secondo, parte da Montella ed è situato a un centinaio di metri da questo caseificio individuato.
La Compagnia dei Carabinieri della sede di Montella ha individuato il reflusso illegale del caseificio locale molto famoso nella zona.
Lo stabilimento di 200 mq di Montella è stato posto sotto sequestro e messo a disposizione delle Autorità Giudiziarie che cercheranno d’investigare sulla durata del riversamento illegale che porta a un inquinamento non indifferente; infatti, il fiume Calore arriva a unire due province: quella di Avellino e quella di Benevento e nei suoi km passa per molte città.
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Lo scandalo però non finisce qui: secondo altre verifiche da parte dei Carabinieri del Comune di Montella i proprietari dello stabilimento avrebbero, oltre a non rispettare le norme ambientali, falsificato alcune autocertificazioni e si allacciavano abusivamente alla rete idrica della cittadina irpina.
Il problema ambientale e quello dell’abuso idrico sono conseguenze d’impossibilità di smaltimento che in Campania è all’ordine del giorno; questo perché le tasse elevate e la situazione critica dei prodotti locali derivata dalla “bomba” mediatica che si chiama Terra dei Fuochi, sono diventate insostenibili.
L’Irpinia, che è situata nell’entroterra campano, era il polmone che serviva alle grandi città per purificarsi dallo smog quotidiano, ma a quanto pare anche qui il sistema ambientale ha tentennato nel rispettare la legge e ha fatto acqua, si spera pulita, da tutte le parti.