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Mio fratello è figlio unico: la solitudine dietro al paradosso

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Mio fratello è figlio unico: la solitudine dietro al paradosso

Mio fratello è figlio unico è il secondo album di Rino Gaetano: tra i brani contenuti vi è la canzone omonima, tra le più note del cantautore di Crotone

Il titolo dell’album e della canzone esprime, potentemente, il disagio e l’emarginazione, senza nessuna tipologia di pateticità o partecipazione da parte dell’autore, di chi, negli anni ’70, si comportava normalmente, non cedendo a “mode” di alcun tipo.

Il testo del brano è molto eloquente; Rino Gaetano elenca, in maniera “asettica”, senza enfasi, una serie di azioni che si legavano, in quell’epoca, a tutta una mentalità, voluta o imposta, che si potrebbe definire “dell’uomo medio“:

Mio fratello è figlio unico / perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato / e non ha mai pagato per fare l’amore / e non ha mai vinto un premio aziendale / e non ha mai viaggiato in seconda classe sul rapido Taranto-Ancona / e non ha mai criticato un film senza prima, prima vederlo.

mio fratello è figlio unico

È come se il cantante calabrese passasse in rassegna tutta una gamma di luoghi comuni dell’epoca, dall’ambito della salute all’amore, passando per la sfera lavorativa, sociale, artistica e sportiva.

Al contempo, viene presentato il pensiero del “fratello figlio unico” che è tale proprio per il suo modo di pensare indipendente e non legato al sentire della massa; un individuo che fa funzionare il proprio intelletto e non si abbandona e nessun tipo di “pensiero preconfezionato”, anche se si tratta di argomenti leggeri:

Mio fratello è figlio unico / perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone / perché è convinto che nell’amaro benedettino non sta il segreto della felicità / perché è convinto che anche chi non legge Freud può vivere cent’anni / perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati.

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Quindi, il tema portante di Mio fratello è figlio unico è la solitudine; non si tratta, però, dell’emarginato classicamente inteso, bensì si tratta di una voce, intellettivamente, fuori dal coro:

Mio fratello è figlio unico / sfruttato, represso, calpestato, odiato / e ti amo Mario / mio fratello è figlio unico / deriso, frustrato, picchiato, derubato / e ti amo Mario / mio fratello è figlio unico / dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato / e ti amo Mario / mio fratello è figlio unico / frustato, frustrato, derubato, sottomesso / e ti amo Mario / mio fratello è figlio unico / deriso, declassato, frustrato, dimagrito / e ti amo Mario / mio fratello è figlio unico / malpagato, derubato, deriso, disgregato / e ti amo Mario.

Da notare come il “E ti amo Mario”, ripetuto con frequenza nella strofa finale, possa essere un rimando, parodistico, alla canzone d’amore, melodica, imperante e in testa alle classifiche musicali italiane quando Rino Gaetano scrisse Mio fratello è figlio unico.

mio fratello è figlio unico

Infine, si può ricordare come l’album Mio fratello è figlio unico sia presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre, secondo la rivista Rolling Stone Italia, alla posizione numero 14.

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Laureato in Lettere, curriculum Pubblicistica, il 25 maggio 2010 e poi in Filologia Moderna il 13 marzo 2013, Gerardo inizia la sua collaborazione con ZerOttoNove nel giugno 2013 occupandosi della cronaca e delle vicende politiche di Calvanico (sua cittadina di residenza), trattando dei più svariati eventi e curando la rubrica CanZONando che propone, di volta in volta, l'attenta e puntuale analisi dei migliori brani della storia della musica. Ex caporedattore di ZerOttoNove.it e di ZON.it, WordPress & SEO specialist, operatore video e addetto al montaggio (in casi estremi), Gerardo ha molteplici interessi che spaziano dallo sport alla letteratura, dalla politica alla musica all'associazionismo. Attualmente svolge l'attività di docente, scrittore e giornalista pubblicista.