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Ministero dell’Interno approva SPRAR a Baronissi per i richiedenti asilo

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Ministero dell’Interno approva SPRAR a Baronissi per i richiedenti asilo

Il Comune di Baronissi ottiene un finanziamento per la creazione di una rete di accoglienza stabile e inclusiva

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Il Ministero dell’Interno ha approvato il progetto e il finanziamento del Sistema di Protezione di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) per il triennio 2017-2019 del Comune di Baronissi. Il progetto prevede l’accoglienza di 51 stranieri, dal primo luglio prossimo.

Con il decreto viene attribuito al Comune un finanziamento di 836mila euro per consentire la creazione di una rete di accoglienza stabile ed inclusiva. “Lo Sprar è un modello lontano dalle logiche emergenziali dei centri di accoglienza temporanei – spiega il sindaco Gianfranco Valiante – Baronissi ha deciso di aderire al sistema per garantire tranquillità sociale alla città.

In cosa consiste lo SPRAR

I migranti saranno ospitati in strutture dedicate, adeguate e successivamente avviati al lavoro e all’inclusione sociale. In questo modo non subiamo il fenomeno ma diamo vita ad un progetto di integrazione che coinvolge associazioni, cooperative, organizzazioni non profit e gruppi informali attivi sul territorio.

Ricordo che lo Sprar è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale e ringrazio nuovamente ciascun suo componente per il grande senso di responsabilità e sensibilità”. Baronissi ospiterà, in particolare, famiglie con minori e titolari di protezione umanitaria.

“Il progetto mira ad un’accoglienza integrata – sottolinea l’assessore alle politiche sociali, Anna Petta – attraverso interventi materiali ma anche di inclusione sociale quali possono essere la mediazione linguistico-culturale, l’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio, l’accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo, la tutela legale e sanitaria.

Lo Sprar non è un centro di prima accoglienza ma offre aiuto a coloro che sono già titolari di una forma di protezione internazionale. Quindi assiste persone già identificate e note allo Stato, che non sono ovviamente clandestine e che quindi garantiscono anche una forma di tranquillità alla nostra comunità”.

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