La scorsa settimana presso il Comune di Mercato San Severino il convegno sul “Biotestamento” Legge 219/2017. Tra i tanti ospiti il Dott. Attilio Naddeo
Interessante convegno sul Biotestamento a Mercato San Severino: il rapporto medico/paziente come momento terapeutico.
La scorsa settimana, 11 luglio 2019, si è tenuto l’incontro sul “Biotestamento” Legge 219/2017, su iniziativa dell’Associazione Fare Comune e del suo Presidente Enzo Farace.
Ospite di eccezione la Signora Mina Welby che ha puntato il suo intervento sul vero significato della legge, di cui è stata la promotrice insieme a Beppe Englaro e l’Associazione Luca Coscioni, che è quello di porre la dovuta attenzione sulla dignità della persona e sulla necessità di intendere il rapporto medico paziente come un momento terapeutico nel rispetto della persona.
L’intervento del Dott. Attilio Naddeo:
Tra i tanti ospiti, significativo l’intervento del Dott. Attilio Naddeo, Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi D’Aragona, il quale ha auspicato che i poteri politici dello Stato si adoperino quanto prima a completare l’iter legislativo del Testamento Biologico e ad istituire la Banca Dati Nazionale per raccogliere le volontà dei cittadini e la nomina del fiduciario, come previsto nell’impianto legislativo.
In particolare il Dottore Naddeo ha evidenziato che è stata proprio la mancanza di una anima socialista all’interno del Parlamento a non aver fatto andare più veloce nell’adozione del testo di legge.
Il Dott. Attilio Naddeo ha inoltro raccontato della propria esperienza professionale circa il consenso informato, che è uno dei capisaldi della legge sul Biotestamento, esponendo che vi sono casi in cui bisogna agire in fretta per salvare vite e quindi il Consenso informato spesso ha difficoltà ad essere praticato.
Ma ha anche evidenziato che aver raccolto il consenso informato, in caso di problematiche successive all’intervento chirurgico o alla terapia, troppo spesso non riceve alcun riconoscimento giuridico dalla Magistratura rimanendo un fatto senza alcuna importanza. E ciò non favorisce i pazienti, le persone in quanto troppo spesso pone i medici, anche quelli bravi, dietro la barriera della “medicina difensiva”.
Quindi occorre una nuova rivisitazione del consenso informato ed ipotizzare un cosiddetto “consenso allargato” anche a più persone della stessa famiglia del paziente che molto spesso non è in grado di capire o non vuole accettare la malattia o lo stato di bisogno terapeutico.
Fondamentale è però capire che il rapporto medico – paziente per poter essere ben strutturato impegna tempo e che a volte è veramente difficile reperirne, specie in Ospedale, dove troppo spesso si combatte in prima linea con carichi di lavoro veramente estenuanti per i medici più coscienziosi.