Condannato a dieci mesi di reclusione il mendicante nigeriano fatto arrestare a Salerno lo scorso novembre dall’ex Sindaco Vincenzo De Luca
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La storia di Abdul Kareem Usman, mendicante nigeriano di soli 20 anni, ha inizio lo scorso 3 novembre.
Tutti noi conosciamo le vicende legate all’immigrazione e all’elemosina, o almeno tutti noi conosciamo quello che si palesa ai nostri occhi senza scavare a fondo nel fenomeno. Ogni giorno, infatti, le strade di qualsiasi città sono lastricate da giovani extra-comunitari e mendicanti che elemosinano pochi spiccioli o si appostano nei luoghi più frequentati dai passanti.
Poco sappiamo di loro e poco loro sanno di noi.
Il 3 novembre 2014, il giovane mendicante nigeriano di 20 anni residente a Salerno, era intento a sistemare i carrelli e ad aiutare gli anziani, impiego definito dall’ex Sindaco De Luca come “accattonaggio”, all’entrata di un supermercato di rione Torrione.
Il sindaco-sceriffo, come per molto tempo è stato additato dai cittadini salernitani, assistendo all’attività svolta dal giovane, ordinò il controllo dei documenti e l’inevitabile arresto. I cittadini, abituati a vedere Abdul in quell’attività, mostrarono subito grande indignazione per quell’atteggiamento ostile e alcuni passanti registrarono un video della reazione dell’ex Sindaco alle proteste per l’arresto del mendicante nigeriano.
Il video fece subito il giro del web.
Pochi giorni dopo, per giustificare il suo ennesimo gesto eroico, l’ex Sindaco De Luca dichiarò pubblicamente che uno dei due vigili impegnati nell’arresto rimase ferito a causa della reazione violenta del ragazzo.
A distanza di tempo, la condanna definitiva per il mendicante nigeriano è di dieci mesi per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni con dolo ai danni degli agenti di polizia municipale.
Una condanna ritenuta particolarmente ingiusta sia dai passanti che assistettero impotenti alla scena, sia dagli stessi agenti della polizia municipale che solo pochi giorni dopo dichiararono che la reazione violenta del giovane fu del tutto involontaria.
Secondo la testimonianza del vigile Domenico Napoli, infatti, Abdul non voleva colpire nessuno dei due agenti e che alcune ferite furono procurate incidentalmente dal tentativo di fuga.
“Mettendo io le mani con gli occhiali da sole che avevo – dice Domenico Napoli – lui con la testa si è alzato. Io non avevo neanche visto. Poi me lo hanno detto le persone in strada che mi colava il sangue“.
Nonostante le testimonianze in aula di tribunale, il giovane sarà costretto a scontare una pena di dieci mesi di reclusione con l’accusa di aggressione.
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