Il Memorial “Franco Orio” si terrà nei giorni di venerdì 30 e sabato 31 ottobre al Grand Hotel Salerno. Un corso di aggiornamento nazionale specialistico e consegna borse di studio in ricordo dell’endocrinologo salernitano
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Per il quinto anno consecutivo si rinnova l’appuntamento con il Memorial dedicato al nome di Franco Orio, Primario Ospedaliero di Endocrinologia per oltre vent’anni a Salerno, docente universitario e antesignano dell’endocrinologia in Campania scomparso nel 2009.
Venerdì 30 e sabato 31 ottobre, presso il Grand Hotel Salerno, si svolgeranno due importanti eventi promossi da Francesco Orio, Professore Associato di Endocrinologia presso il Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere, Università “Parthenope” Napoli e Responsabile Endocrinologia e Diabetologia SSD Tecniche di Fertilità presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, seguendo così le orgogliose orme paterne affermandosi anche come apprezzato commentatore e opinionista scientifico sui media nazionali.
Tra i partner dell’iniziativa il CMSO, il Centro Medico Specialistico Orio, punto di riferimento nazionale ed europeo nelle cure e patologie legate al sistema endocrino e al diabete diretto dal dott. Marcello Orio.
Venerdì 30, a partire dalle 9.00, si svolgerà il XIX Corso di aggiornamento post specialistico in Endocrinologia, Diabetologia e Endocrinologia ginecologica con la partecipazione di specialisti nazionali.
Sabato 31, invece, alle ore 10.00, dibattito sul tema “Ormoni e sessualità: tabù, sindromi e nuovi approcci” e cerimonia di consegna delle borse di studio presieduta dal giornalista Michele Mirabella.
I sussidi saranno consegnati agli studenti particolarmente meritevoli del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno iscritti al quarto, quinto e sesto anno, all’endocrinologo con maggiori anni di servizio e ai pazienti indigenti.
Il conferimento delle borse di studio è possibile grazie al contributo dei Rotary Club Salerno e Salerno Est, dalla Fondazione “Antonio Genovesi” SDOA, ma anche grazie alla sensibilità di aziende private e importanti case farmaceutiche.
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