Con il ritorno sulle spiagge, torna la paura delle silenziose e fastidiose meduse. Il loro morso, improvviso e “fulminante”, dovuto al contatto con i temibili tentacoli, provoca prurito, gonfiore e bolle.
Ma vediamo cosa fare se una delle temibili “signore dei mari” decide di punzecchiarci:
– allontanarsi immediatamente dall’acqua e, una volta al sicuro dalle meduse, bagnarela puntura con acqua marina, togliendo eventuali residui di tentacoli.
– Sfatiamo il mito della sabbia. Non utilizzatela! Molti pensano che spalmarla sulla ferita (così come delle piccole pietre), favorisca la rimozione dei tentacoli, innescando, in realtà il meccanismo opposto, facendo entrare residui di tentacoli sempre più in profondità nella pelle, rischiando, nei casi peggiori, di romperli, facendo così fuoriuscire il veleno.
– Dopo aver pulito per bene la ferita, nonostante il fastidio, bisogna evitare di grattarsi e mettersi al sole: infatti è possibile che ci vogliano più giorni per guarire da un morso di medusa e l’esposizione solare favorirebbe la formazione di cicatrici. Per evitare ciò, teniamo umida e pulita la ferita con sciacqui di disinfettante.
– Se la puntura sembra aver portato a un eccessivo rigonfiamento, anche in parti del corpo diverse da quelle morse, bisogna contattare urgentemente un medico o il pronto soccorso più vicino: in alcuni casi, infatti, lo shock anafilattico è in agguato.
– Per quanto riguarda i farmaci invece, pomate o gel a base di cloruro di alluminio, aiutano a diminuire il bruciore. Naturalmente in questi casi è sempre bene rivolgersi a un medico.
Ora anche voi, cari lettori, dopo questo breve “corso di sopravvivenza“, siete pronti a immergervi nelle acque cristalline dell’Oceano, sperando, naturalmente, che le tanto odiate meduse, se ne stiano il più lontano possibile da voi.