Festival Sant’Apollonia, proseguono gli incontri per l’ascolto di Musica da Camera. Il conservatorio Martucci torna a stupirci sabato, ore 20
Martucci live – Sabato 7 giugno, ore 20, al via il penultimo appuntamento della I Edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. Un evento nato dalla sinergia del conservatorio salernitano “G. Martucci” con un progetto del Dipartimento di Musica d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, nonché da un’idea di Anna Bellagamba e la Bottega San Lazzaro del professore Giuseppe Natella, che ospita la rassegna nella cornice della Chiesa di Sant’Apollonia.
Anna Bellagamba e Francesca Taviani hanno inteso dedicare una serata alla fiaba in musica, proponendo al pubblico due opere di Claude Debussy e di Sergej Prokofiev. La serata verrà inaugurata da Francesco Saggiomo al pianoforte, Bonaventura Oliviero al flauto, Martina Aprea al clarinetto, Deborah Batà al sassofono, la stessa Francesca Taviani al violoncello e Michele Granato alle percussioni, in un particolare arrangiamento de “La boìte à joujoux” (La scatola dei giocattoli) curato dagli stessi allievi del Martucci.
Il balletto La boìte à joujoux, composto da Claude Debussy nel 1913, era destinato all’infanzia come spettacolo di marionette. Le marionette erano di moda in Francia nella belle époque: anche Judith Gautier, ferventissima wagneriana, fece rappresentare in un teatro di marionette il Parsifal!
Nel balletto di Debussy assistiamo all’uscita dei giocattoli, di notte, dalla scatola in cui sono rinchiusi; segue la battaglia accesasi d’improvviso perché il soldato, innamorato della bambola, viene ferito da Pulcinella; nasce quindi nella bambola un sentimento amoroso verso il soldato, che culmina nelle loro nozze e in una felice vita coniugale (con Pulcinella guardia campestre).
Il Festival Sant’Apollonia prosegue poi con un quartetto di sassofoni del Martucci, composto da Deborah Batà al soprano, Gerardo Mautone al sax alto, Vincenzo Varriale al tenore e Michele d’Auria al baritono proporranno il capolavoro di Sergej Prokofiev, Pierino e il lupo, in una trascrizione di Philippe Marilia.
[ads2]
La musica di Pierino e il lupo è d’una semplicità disarmante, un esempio perfetto di ciò che dovrebbe essere la musica per l’infanzia, riuscendo in quello che non riesce né allo splendido L’enfants et les sortilèges di Ravel, né al magistrale The Young Person’s Guide to the Orchestra di Britten. Pierino e il lupo, il cui testo è di Prokof’ev, ma che qui ascolteremo dalla voce recitante di Maria Teresa Pascale in forma piacevolmente rivisitata da Francesca Taviani, è invece una vera e propria fiaba, di quelle che affascinano ogni bambino e che vengono ricordate per sempre, anche quando si diventa adulti.
Ciascun personaggio di questa fiaba è rappresentato da un tema musicale e da uno strumento dell’orchestra, secondo gli abbinamenti più naturali. La voce recitante racconta la fiaba e parallelamente la musica la commenta passo passo, con una quantità d’immagini sonore spesso più vivide e precise di qualsiasi parola, come il rapido arrampicarsi del gatto o il lamento flebile e tragicomico (“doloroso” dice la partitura) dell’anatra nella pancia del lupo. La fiaba si conclude con un piccolo corteo trionfale di Pierino e dei suoi amici, che dà modo a Prokof’ev di far riascoltare rapidamente tutti i principali temi di quest’incantevole composizione.
Il Festival Sant’Apollonia del Martucci si trasforma, così, in un appuntamento da non perdere per piccoli e grandi amanti della buona musica.