MARSec. Il processo di privatizzazione compromette il futuro della stazione satellitare sannita. Ieri la protesta dei lavoratori: “Stanchi dei troppi sacrifici. Vogliamo chiarezza”
Sono trascorsi due mesi dalla presentazione del progetto “Il MARSec del futuro”, eppure ieri i lavoratori della stazione di telerilevamento satellitare e monitoraggio ambientale di Benevento hanno indetto uno sciopero di 8 ore, articolato con due presidi. Alla Rocca dei Rettori prima, nei pressi della sede di Confindustria Benevento dopo, i dipendenti dell’agenzia MARSec, situata nella storica Villa dei Papi, in località Pacevecchia, hanno voluto far sentire la propria voce. La protesta è scaturita dall’avvio delle procedure, da parte della MARSec spa, di riduzione del personale e di messa in mobilità di 9 dipendenti su 22, tra i quali figurano 2 quadri, 5 impiegati e 2 operai. I 9 esuberi si vanno ad aggiungere ai due dipendenti dimissionari e alla prematura scomparsa di un ricercatore.
Con un misto di determinazione e rabbia, che trapelava dai loro occhi, i lavoratori del MARSec, insieme ai componenti delle Rsu, hanno voluto rompere quel muro di silenzio e mistero, che da oltre un anno attanaglia il destino dell’agenzia beneventana, attiva nel settore del turismo e della tutela ambientale e considerata l’orgoglio del Sannio.
E così, radunati sotto la Rocca dei Rettori, in attesa di essere ricevuti dal Commissario Straordinario della Provincia, Aniello Cimitile, che ha poi deciso di non presentarsi, ieri mattina i lavoratori del MARSec si sono mostrati all’opinione pubblica, stringendo tra le mani un cartello sul quale era riportata una scritta estremamente eloquente: “Il futuro del MARSec?”. A denti stretti i lavoratori dell’agenzia beneventana, il cui capitale sociale è detenuto per il 49% dall’azienda NewCo GeoNetSat e per il 51% dalla Provincia di Benevento, esigono maggiore trasparenza.
La nascita del MARSec, acronimo che sta per Mediterranean Agency for Remote Sensing and Environmental Control, risale al 2006. Unico socio della società, istituita con capitale interamente pubblico, è inizialmente la Provincia. In seguito all’entrata in vigore dell’art. 13 del Decreto Legge n. 223 del 4 luglio 2006, che prevede la liberalizzazione dei settori produttivi, la Provincia di Benevento indice una Gara Pubblica, che si conclude nel 2011. A vincere l’appalto è proprio la GeoNetSat, l’azienda di Salvatore Cincotti attiva nel settore farmaceutico e ubicata nella provincia di Avellino, a Morra de Sanctis. Insieme ad un investimento di 1.000.000 di euro nei successivi due anni, l’azienda irpina dà subito inizio ad una procedura di privatizzazione, che dovrebbe terminare nel giugno 2014 con l’acquisizione del 100% delle quote del MARSec.
“Non ci siamo mai opposti al processo di privatizzazione del MARSec e al rilancio dell’azienda nel marcato internazionale – ci spiegano i lavoratori-. Tuttavia, a distanza di qualche anno abbiamo dovuto constatare il fallimento della politica di dismissioni messa in atto dalla Provincia che, per far fronte alle passività pregresse, nel 2013 aveva dato il via libera al versamento di 300.000 euro, confluiti nelle casse della MARSec Spa”, aggiungono gli scioperanti.
“Dilazione nel pagamento degli stipendi, sospensione della cosiddetta “quattordicesima”, l’annuncio della Cassa integrazione straordinaria per dieci unità sono solo alcune delle rinunce messe in atto dai dipendenti del MARSec – ci raccontano le Rsu Federica Rossi e Carmine Maffei – nonostante la Provincia nel 2011 avesse obbligato i soci di minoranza, attraverso i “Patti Parasociali”, a presentare un piano commerciale e uno di sviluppo occupazionale”.
In merito alla Cassa integrazione straordinaria e alla messa in mobilità, avvenuta senza la concertazione con le parti sociali, i lavoratori del MARSec non credono alla spiegazione fornita dalla società, che ha giustificato la riduzione del personale con la crisi strutturale del mercato e con la riduzione delle commesse. “Il MARSec appartiene ad un settore in crescita che nell’ultimo anno ha registrato un incremento del 6 per cento”, affermano i dipendenti della stazione satellitare.
La protesta è proseguita nel pomeriggio. Intorno alle 17.30 una delegazione dei lavoratori della MARSec SpA, insieme alle RSU e alle OOSS, ha partecipato al tavolo che si è tenuto con l’azienda presso la sede di Confindustria. La riunione, si è conclusa verso le 19.40, ma senza un risultato concreto. L’azienda ha dichiarato di non poter discutere senza un documento ufficiale. Nel giorno precedente la protesta Aniello Cimitile, a mezzo stampa, aveva infatti auspicato il ricorso a un nuovo anno di cassa integrazione per i lavoratori del MARSec. La decisione dell’azienda ha trovato d’accordo i sindacati, fermamente convinti che tali dichiarazioni debbano trasformarsi in fatti concreti e non in proclami.
Società e parti sociali si incontreranno di nuovo il 17 marzo alle 15 per tentare una nuova mediazione. Ma, soprattutto, per salvare un colosso di fama internazionale, che rappresenta una ricchezza economica e occupazionale per il territorio sannita.