Salerno celebra il 70° Anniversario come capitale d’Italia, ricordando alle Istituzioni la difficile situazione dei Marò prigionieri in India
Celebrato ieri pomeriggio, in un Salone dei Marmi gremito di cittadini, il 70° Anniversario di Salerno Capitale, stavolta arricchito da una dedica particolare “per i Marò d’Italia“.
Il Sindaco Vincenzo De Luca ha accolto, prima della cerimonia, le famiglie dei Marò ancora prigionieri in India, esprimendo nei confronti di Michele Girone e Paola Moschetti – rispettivamente, padre di Salvatore e compagna di Massimiliano Latorre – la più sincera solidarietà. “Grazie ai Marò – afferma il Sindaco De Luca – oggi Salerno è di nuovo capitale; un ringraziamento sentito va anche alle Associazioni Prima Luce e La Nostra Libertà”.
Oltre alle diverse autorità intervenute, come l’Ambasciatore Staffan De Mistura, il sindaco di Calvanico Francesco Gismondi ed i consiglieri Celano e Adinolfi, di particolare rilevanza è stata la presenza del Battaglione S. Marco e dei Carabinieri di Salerno. “Le donne dei Marò – madri, mogli, figlie – silenziose e discrete, rispecchiano appieno il concetto di donna espresso da Papa Giovanni Paolo II” affermano i rappresentanti dell’Associazione Prima Luce, “affrontando la loro lotta con tenacia, determinazione e coraggio; anche se nessuna frase, neppure la più intensa di conforto, può riuscire a dar loro speranza”.
Anche il consigliere comunale Adinolfi si mostra particolarmente vicino alla sofferenza delle famiglie: “I Marò sono l’Italia stessa, ingiustamente sottoposta ad un episodio di portata internazionale; ma sono riusciti a farci riscoprire l’orgoglio nazionale, la dignità italiana, il forte senso di appartenenza a questa nostra Nazione”. Max e Salvo, voi non siete soli è il motto che risuona nella sala, subito prima dell’intervento della prof.ssa Angela Di Stasi: “I Marò non hanno fatto nulla, pare; ma pare che per loro, invece, niente sia stato fatto”, mentre ancora oggi, con Salerno che festeggia il suo 70° Anniversario storico, “i due eroi vengono tenuti prigionieri come ostaggi politici, e fino a pochi giorni fa trattati alla stregua di terroristi”.
Adinolfi, inoltre, considera le pretese indiane ingiuste, “soprattutto se si confronta il loro destino con quello più felice dei soldati americani, processati in Italia tempo fa, condannati e mai imprigionati. Anche Amanda Knox – afferma – qualora giudicata colpevole di omicidio, sarà certamente ben accolta negli Stati Uniti”, e questo diventa intollerabile per tutte le famiglie italiane assetate di giustizia.