C’è un corpo senza nome nella cella frigorifera dell’obitorio di Salerno. È di Marittima. Una migrante diciottenne sbarcata il 5 ottobre 2016 senza poter vedere la Costiera. Nessuno ne ha rivendicato il corpo. Un corpo anonimo. Ignoto
Da qualche giorno Don Marco Russo, direttore della Caritas Salerno, sta facendo girare una sua toccante lettera per sensibilizzare l’opinione pubblica. Un appello accorato alle autorità, affinché si provveda in qualche modo ad una degna sepoltura. Dopo 18 mesi questo corpo ancora giace in una cella frigorifera.
Don Marco ci ricorda che è stata chiamata ‘Marittima’. Sbarcata cadavere nel porto di Salerno. Senza nome, una famiglia, una rispettosa sepoltura. Non diciamo cristiana, ma rispettosa. Marittima ci rimanda ad Antigone.
Ancora Don Marco: “E che un sussulto di umanità ancora alberga nel cuore di una umanità preoccupata a creare muri, alzare torri, ma costruire piazze e spiagge dove anche tu un giorno sei partita e non calpesterai più perché siamo preoccupati a difendere più che accogliere, ad accumulare più che condividere, a difendere la razza e non il dono di una terra che mi è data in consegna e che dovrò lasciare ad altri. Un giorno non su questa terra ma lì nel regno dove ogni uomo vive la gioia dell’Eterno ti riconoscerò come Figlia del nostro Dio. Ciao”.
Un toccante appello per una dignitosa sepoltura che raccogliamo con convinzione
Noi pensiamo che in questa guerra quotidiana, continua, di flussi, imbarchi, speculazioni, e chi più ne ha più ne metta, Marittima è una vittima, sbarcata nella Magna Grecia. Antigone rivendicava la degna sepoltura del fratello Polinice, anche Marittima la merita. Anzi di più.
In onore di tutti i dispersi, in qualche moto legati al fenomeno migratorio, a cominciare dai nostri bisnonni che due secoli fa cercavano fortuna in Sudamerica. Imbarcati in terza classe, dispersi nell’Atlantico. O in onore degli oltre 30.000 corpi disseminati nel mediterraneo negli ultimi 15 anni. Perché l’emigrazione non diventi una guerra sociale, economica, politica ma resti un fisiologico fenomeno umano (come da sempre lo è) da comprendere e risolvere nelle sue varianti epocali.
È giusto che Marittima abbia una sepoltura. È giusto che i figli di tutti i dispersi abbiano un luogo simbolico dove ricordare i propri cari. Allora perché non lo costruiamo nella terra di Salerno? Noi che la mattina spalanchiamo le imposte su questo disseminato cimitero che è il Mediterraneo, perché non ne facciamo un monumento? Al migrante ignoto. Per tutti i corpi disseminati nei Mari di battaglia dell’immigrazione e mai più ritrovati.
UN MONUMENTO AL MIGRANTE IGNOTO.