Marina nasce come Massimo, per poi diventare donna e prima allenatrice “trans” italiana a sedere su una panchina, quella del San Michele Rufoli: “Il calcio mi ha salvata”
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Strano destino la vita, nasci in un corpo che non senti tuo e fai di tutto per essere te stessa. Marina Rinaldi, salernitana 33enne, ha cambiato vita anzi ha cambiato un pezzo di se.
Nata come Massimo è diventata, dopo un lungo percorso, Marina, ed oggi è la prima trans italiana a sedere su una panchina di una squadra maschile: il San Michele Rufoli, formazione salernitana del girone A del campionato provinciale di Terza categoria.
Prima di diventare donna, perché la parola trans non le appartiene, ha mosso i primi calcio come portiere dell’Ogliarese per poi smettere in età adolescenziale per intraprendere le cure ormonali, che il 11 Luglio del 2013 l’hanno portata ad essere quella che ora è: DONNA!
Marina, conosciuta da tutti per il suo grande cuore, racconta: “Nella vita mi hanno salvato la passione per lo sport e la fede”. Infatti, sono stati i due parrochi di Ogliara e Rufoli, Don Giuseppe e Don Michele ad affidarle la guida della squadra.
Sulla discriminazione risponde cosi: “Non mi sono mai sentita discriminata. I ragazzi mi adorano, frequento attivamente la parrocchia. Per quel che riguarda la mia esperienza, forse sono le persone come me che si autoghettizzano per paura del giudizio altrui”.
Marina spera che la sua storia possa essere d’aiuto per tutti quelli che stanno vivendo la sua stessa esperienza. In futuro la giovane salernitana sogna in primis di prendere il tesserino per allenare i pulcini di una scuola calcio e di mettere su una bella famiglia.
Guarda il video di Marina che racconta la sua storia alla trasmissione “I Fatti Vostri”
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