“Il senno di noi” è il titolo del libro presentato ieri sera alla Feltrinelli di Salerno, nato dalla penna di Maria Castaldo e Michele Gardoni. Due storie vere che si intrecciano fra loro, e con la sensibilità dell’autrice
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Maria Castaldo ha presentato ieri sera alla libreria Feltrinelli l’opera scritta a quattro mani con Michele Gardoni, intitolata: ” Il senno di noi”. Nonostante Gardoni non fosse presente, ha però delegato la scrittrice che, neofita ed emozionata, ha parlato del suo percorso di scrittura, ma anche di vita.
Un libro che “testimonia la volontà di uscire dal dramma”, raccontate con delicatezza e straordinaria veridicità.
“Il senno di noi” è una raccolta di due storie vere, intense e difficili, che hanno tutta l’intenzione di un romanzo pur raccontando uno spaccato di vita reale. Si tratta di un diario pieno di spunti che, a detta della scrittrice, potrebbero essere d’aiuto agli altri.
Le storie sono quelle di Silvietta e Linda, due ragazze che Maria Castaldo ha conosciuto nel centro in cui lavora, e dalle quali è nato questo racconto. La prima è figlia di una prostituta, che però le ha donato tutto l’amore e la tenerezza possibili, l’altra invece ha una madre rigida che la trascura.
Il primo punto in comune fra le due è questa solitudine che si portano dentro, per motivazioni diverse. I personaggi hanno una psicologia vivida e tratteggiati in modo profondo: Silvietta diventa vittima non solo di uno stupro in un parco, ma dell’ulteriore violenza che le infliggono gli altri, fino alla famosa frase: “Allora te la sei cercata”. Linda invece è la tipica adolescente emarginata perchè bruttina, che decide di usare i social network per crearsi un’identità alternativa, ed una vinta fantastica che invece non ha.
Due vite apparentemente scollate l’una dall’altra, che però sono accomunate da un unico evento: una gravidanza indesiderata: Silvietta, nonostante il suo bambino sia frutto di uno stupro, decide di darlo alla luce, mentre Linda, che viene sedotta da un compagno di classe durante una gita scolastica, dietro consiglio di sua zia, decide di abortire.
I punti focali della storia sono la violenza, ed i diversi punti di vista sulla questione dell’aborto, intesa come autodeterminazione, che è alla radice della libertà di ogni donna, come di libertà si parla anche in questo libro.
Il risvolto sessista si ha non solo nella tendenza a colpevolizzare la vittima, ma anche nella curiosità a tratti morbosa delle persone che le stanno attorno, che la tormentano chiedendo di rievocare quel terribile episodio.
Le riflessioni che questo romanzo propone sono decisamente attuali, e fanno capo al ruolo della società sia per quanto riguarda la condizione della donna, che non ha raggiunto per niente la parità di genere; sia della pressione mediatica sulle persone. Molte di loro infatti, come gli adolescenti, non possiedono gli strumenti cognitivi adatti per difendersi da tale controllo, imposto da standard distorti.
Maria Castaldo, con la sua umanità e sensibilità, permetterà ai futuri lettori di approfondire simili dubbi ed emozionarsi con la scrittura fluida ed intensa del suo racconto, che è confluita alla perfezione con quella di Gardoni. [ads2]