La squadra mobile di Salerno ha eseguito, questa mattina, un ulteriore provvedimento cautelare nei confronti di Marandino, il boss della “Nuova Camorra”
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Nella mattinata odierna, il personale della Squadra Mobile di Salerno – Sezione Criminalità Organizzata, ha eseguito un provvedimento cautelare personale emesso dal G.I.P., presso il tribunale di Salerno su conforme richiesta della locale Direzione Distrettuali Antimafia, nei confronti di Marandino Giovanni, cl. 1937, già sottoposto al regime degli arresti domiciliari.
Marandino è ritenuto il capo della cosca. Secondo gli inquirenti, era riuscito a riorganizzare le fila imponendo estorsioni ed usura ad imprenditori impegnati nelle attività di distribuzione di prodotti alimentari, market ma anche nel settore del cosiddetto “caro estinto”. Infatti, allo stesso sono stati contestati i reati di cui gli art. 110, 81 cpv, 629 in relazione all’art. 628 comm1 e 3 nr. 3, aggravati articolo 7 L. 203/91 per fatti commessi in Capaccio e Agropoli dal 04 dicembre 2013.
Determinanti, ai fini delle indagini, sono state le dichiarazioni rese da alcuni imprenditori della Piana del Sele che, acquista fiducia negli organi inquirenti, hanno deciso di denunciare u soprusi, le minacce e le richieste estorsive del Marandino.
Per un corretto inquadramento dei fatti, va richiamata la vicenda giudiziaria inerente il processo penale 10694/14 a seguito della Squadra Mobile di Salerno. I soggetti all’epoca sottoposti a tale misura cautelare, erano stati ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo cammorristico, estorsione, usura ed altro, in cui Marandino risultò promotore e capo di quell’associazione.
Pregiudicato dal curriculum criminale di grande rilievo, lo stesso, già nella seconda metà degli anni Settanta, era esponente di spicco dell’organizzazione cammorristica denominata “Nuova Camorra Organizzata“, arrestato anche per aver gestito fino al maggio 1979 la latitanza del boss Raffaele Cutolo, che venne catturato nella sua abitazione in Albanella(SA).
Gli episodi di estorsione oggi contestati sono l’ennesima reiterazione di comportamenti finalizzati a proseguire il medesimo progetto esecutivo che sin da allora, l’associazione ex art. 416 bis facente capo a all’odierno indagato si proponeva, ma con connotazione di maggiore gravità atteso lo stato di detenzione del Marandino.
Sono stati inoltre eseguiti decreti di perquisizione nei confronti di alcuni soggetti; allo stato non indagati, le cui posizioni sono meritevoli di ulteriori approfondimenti investigativi.
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