Tra l’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno e l’Asl, mancano circa 1.800 infermieri. A rischio l’assistenza dei pazienti in tutta la Provincia
Tra l’Asl di Salerno e l’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” mancano circa 1.800 infermieri. Si tratta di una carenza inserita nella voragine degli organici della sanità campana. Queste cifre, ovviamente, hanno impatto diretto sulla salute dei pazienti.
Come riporta La Città, nell’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, che comprende anche i plessi del “Da Procida” di Salerno, di Cava de’ Tirreni, di Mercato San Severino e di Ravello il rapporto numerico infermieri/medici è di 2,4. Invece, all’Asl Salerno il rapporto scende a 2, allineandosi alla media regionale.
Dunque, l’assistenza per i pazienti è a rischio. Infatti, per ogni infermiere campano ci sono 17 pazienti, cifra più alta d’Italia. Spiega la Fnopi, Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri: “Sono i dati internazionali a parlare. Ogni volta che si assegna un assistito in più a un infermiere aumenta del 23% l’indice di burnout, del 7% la mortalità dei pazienti, del 7% il rischio che l’infermiere non si renda conto delle complicanze a cui il paziente va incontro”.
D’altra parte, sotto la soglia di 2 infermieri ogni 5 pazienti e di un medico ogni 14 pazienti il rapporto è di 5-6 infermieri per medico. Inoltre, aumentando i carichi di lavoro, il pericolo di decessi sale rispettivamente di 5,6 e 5,9 volte.
Comunque, in generale l’Italia è lo Stato con il più basso rapporto europeo medici/infermieri, al 35° posto nella classifica dei suoi paesi membri. Le uniche regioni a rispettare la soglia indicata sono Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Molise e la provincia autonoma di Bolzano. Infine, la media nazionale assegna, ad ogni infermiere, 11 pazienti da assistere. In compenso, però, abbondano i medici.