Grazia Biondi si racconta: dalla drammatica esperienza di violenza fisica, psicologica ed economica alla conquista della libertà e dell’indipendenza
“Mai più vittima” è il titolo del convegno tenutosi ieri pomeriggio, presso il salotto comunale di Battipaglia, che ha visto la partecipazione di molti esperti relazionare sul fenomeno della violenza di genere, ormai in progressiva e costante emersione.
In Italia, secondo dati rinvenuti dall’ISTAT nel 2016, una donna su quattro subisce, o ha subito, nel corso della sua vita, fenomeni di stalking, violenza fisica, psicologica, sessuale, economica. La maggior parte delle donne, però, non li denuncia né chiede aiuto, per svariati motivi: la paura di non essere credute, di non poter essere aiutate, per motivi culturali e sociali radicati nelle vittime e che diventano fortemente inibenti per le stesse.
Spesso le donne non sono a conoscenza delle risorse presenti sul territorio che operano azioni di contrasto al fenomeno: numerosi servizi ospedalieri, sanitari, sociali ed associativi, infatti, offrono sostegno psicologico, legale e assistenziale alle donne vittime di maltrattamento e soprusi. Il mondo della donna evoca un messaggio quotidiano, una battaglia silenziosa ma forte contro una violenza trasversale e multiforme che viene reiterata sul posto di lavoro, tra le mura domestiche, nelle relazioni affettive dove l’amore si confonde con l’abuso.
Ospite d’onore del convegno l’avv. Grazia Biondi, presidente dell’Associazione “Manden Diritti Civili e Legalità”, che con la sua testimonianza, anche attraverso la partecipazione a svariati programmi televisivi sui più importanti network italiani, è divenuta il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.
Dopo una drammatica e toccante testimonianza personale il cui focus è stato soprattutto sull’espletamento dell’esercizio della Giustizia vissuto da lei come un autentico calvario specie per la costante minaccia del rischio di prescrizione, Grazia ha lasciato una dichiarazione ai nostri microfoni.
“Al di là della testimonianza che è importante, bisogna dare alle donne delle soluzioni concrete. Il sistema non funziona come dovrebbe ma questo non deve scoraggiare le vittime a denunciare, a chiedere aiuto. Il fenomeno più preoccupante è la violenza economica, quella che ti lascia a casa, la violenza che è legata alla sopravvivenza. Il problema si aggrava se ci sono dei figli che diventano dei veri e propri ostaggi, cominciano i ricatti che non sono solo quelli di natura affettiva ma anche materiali. Le donne sono spesso lasciate sole, vittime di una violenza psicologica che non si riconosce da subito ma che, a poco a poco, crea delle catene invisibili difficili da spezzare. Noi, con la nostra Associazione, cerchiamo di dare un aiuto concreto alle donne in difficoltà attraverso il supporto di professionisti esperti in ambito legale, psicologico e medico. È necessario intervenire per tutelare i diritti delle donne e cercare, prima di ogni altra cosa, di iniziare quel percorso di indipendenza economica che considero il viatico principale per recuperare l’ autostima e la libertà essenziali per la rinascita e l’inizio di una nuova vita”.