Si è tenuto venerdì 24 marzo presso il Museo Archeologico Nazionale di Eboli, il convegno sui temi relativi alla salvaguardia della salute e dell’ ambiente
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Un Service che ha posto l’attenzione sui temi relativi alla salvaguardia dell’ ambiente, allo sviluppo sostenibile e su alcuni passaggi ritenuti essenziali, sia per l’ambiente, sia per la salute perseguendo processi virtuosi che si rifanno alla green economy, ma anche alla necessità di bonificare i territori compromessi da fenomeni d’inquinamento sui quali i tentacoli della illegalità hanno affondato saldamente le loro radici.
Il servizio umanitario Lions è improntato al “metodo della cittadinanza attiva” che consiste nell’operare insieme ad Associazioni, Enti ed Organizzazioni per il raggiungimento del bene civico comune, nel rispetto del principio della sussidiarietà orizzontale previsto dall’art. 118 della Costituzione Italiana al fine di lasciare alle generazioni future un mondo più pulito, più sicuro, più vivibile e più sostenibile. Per tale ragione, nell’organizzazione del convegno, hanno rivestito un ruolo attivo: Legambiente, Art house, Coldiretti, Forum dei Giovani, Procura della Repubblica e Liceo Musicale “Enrico Perito” di Eboli.
Legalità e Ambiente: realtà inscindibili, interdipendenti e necessarie per lo sviluppo dell’economia. Infatti, non vi può essere sviluppo economico, duraturo nel tempo, senza il rispetto delle leggi e dell’ambiente. Tutte le attività economiche, in particolare il turismo, l’agricoltura e la pesca, settori di grande importanza per lo sviluppo del Sud, traggono notevole vantaggio da una buona qualità dell’ambiente e dalle condizioni di legalità e sicurezza del territorio in cui vengono svolte. Per questo motivo, vi è un forte legame tra ambiente, legalità ed economia, considerati da alcuni, soprattutto da quelli che vivono in zone ad alto tasso di criminalità, inconciliabili ed in contrapposizione tra loro.
Nulla di più sbagliato! Le comunità devono operare una scelta non tra ambiente o economia oppure tra legalità o economia, ma tra sviluppo o declino. La scelta cade, ovviamente, sullo sviluppo che deve appoggiare necessariamente le sue radici sull’osservanza delle leggi e sulla tutela ambientale, fondata essenzialmente sull’economia ecologica o verde (in inglese detta “green economy”), quale modello di sviluppo che valuta non solo i benefici economici ma soprattutto l’impatto ambientale, cioè i potenziali danni ambientali prodotti dall’intero ciclo di trasformazione delle materie prime (estrazione, trasporto, prodotti finiti e smaltimento). È importante riconoscere che l’ambiente pone dei limiti ad alcune attività umane, poichè in alcuni casi non è possibile barattare danni arrecati all’ambiente in cambio di benefici presunti o potenziali. Nessun beneficio di qualsiasi tipo può mai compensare la perdita di un’acqua pura da bere, di un’aria pulita da respirare, di terreni incontaminati da coltivare e di un patrimonio paesaggistico intatto da godere.In questo scenario, la scuola può svolgere un ruolo fondamentale per plasmare gli studenti in cittadini consapevoli ed attivi nel rispetto delle leggi e nella protezione, conservazione e valorizzazione dell’ambiente per uno sviluppo economico sostenibile.
Energie rinnovabili e rifiuti: quale futuro?
Per migliorare le condizioni ambientali della Terra e per far fronte all’ormai imminente scarsità dei combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale), l’unica strada percorribile è quella di usare le fonti rinnovabili di energia (quali vento, sole, acqua, biomasse ecc.) che sono praticamente pulite ed inesauribili.Per quanto riguarda i rifiuti urbani ed industriali, bisogna limitare al minimo il ricorso alle discariche ed all’incenerimento, sviluppando una politica di gestione integrata dei rifiuti, considerati non uno “scarto” ma una “risorsa”, sintetizzata nel principio della Comunità Europea delle “4R” (Riduzione, Raccolta differenziata, Riuso e Riciclo), contribuendo in maniera decisiva al risparmio energetico ed alla riduzione delle emissioni inquinanti ed alteranti il clima.
Qualità urbana e abusivismo edilizio
Bisogna supportare ed incentivare, nel settore delle costruzioni, politiche di promozione della sostenibilità ambientale per conseguire una maggiore qualità urbana. Come? Certamente non costruendo nuovi edifici ma recuperando quelli esistenti con l’utilizzo di materiali ecocompatibili (riciclabili e riutilizzabili), che presentano minore impatto sull’ambiente relativamente ai consumi energetici ed all’emissione di sostanze (CO2 , SO2 ecc…) dannose per l’uomo e l’ecosistema. È necessario, inoltre, reprimere in maniera forte gli abusi edilizi, vera e propria piaga soprattutto nel Sud, per il fatto che, danneggiando l’estetica e la funzionalità dei paesaggi naturali e delle città, condizionano negativamente qualsiasi piano di recupero urbano.
Anche il territorio del Comune di Eboli negli anni 70 è stato duramente colpito dal fenomeno dell’abusivismo edilizio, che negli anni ’80 subì un calo solo per il fatto che un giudice della Pretura di Eboli condannò un imputato a tre mesi in carcere senza dargli il beneficio della condizionale, come solitamente avveniva nelle cause di modesti abusi edilizi, perché oltraggiato dall’imputato stesso che l’aveva definito dopo la sentenza per abuso come colui che “addò vere e addò ceca – dove vede e dove non vede”. E da allora in poi questo rappresentò un deterrente, una minaccia nei confronti di chi aveva intenzione di costruire od ampliare illegalmente fabbricati senza rispettare i piani urbanistici vigenti.
Comunque, la suddetta sentenza non fu sufficiente a frenare l’abusivismo, tanto è vero che l’Amministrazione Comunale negli anni 2000 fu costretta a demolire sulla fascia costiera circa 300 costruzioni, insistenti sul demanio pubblico, i cui autori, provenienti per la maggior parte dall’agro nocerino-sarnese, risultavano ultrasettantenni, così come riferito in modo strumentale ai vigili urbani dagli abitanti le case abusive; in tal caso i responsabili evitavano il carcere per motivi di età. Grazie alle leggi sul condono edilizio (l. 47/85 e 724/94), al Comune di Eboli sono pervenute rispettivamente 3.000 e 1.000 pratiche di cui alla data odierna evase solo circa 2.000 pratiche (50%) con rilascio della concessione edilizia in sanatoria.Oltre agli abusi edilizi, i reati ambientali più diffusi nel nostro territorio sono: sversamento nei canali senza alcun trattamento dei reflui zootecnici (in primis bufalini), caseari e frantoi ani nonché prostituzione sulla fascia costiera.
Dopo i saluti delle autorità, Giovanna Scarano, direttrice del Museo Archeologico e Rosa Apicella, presidente L.C. Campagna Silarus, il responsabile del comitato organizzatore, Raffaele Caputo ha aperto il dibattito, in cui sono intervenuti:
Caterina Manzione (Legambiente-Beni ambientali: patrimonio da proteggere e valorizzare); Angelamaria Fiorillo (Art house- Riutilizzo sociale dei beni confiscati); Antonella Dell’Orto (Coldiretti- Quale agricoltura per un’alimentazione sicura?); Pasquale Ruocco (Forum dei Giovanidel Comune di Eboli- I giovani e l’educazione alla legalità); Erminio Rinaldi (Procura della Repubblica di Salerno- I reati ambientali), il primo cittadino di Eboli, Massimo Cariello e la famiglia Cavaliere, responsabile di un’Azienda Agricola, emblema ed esempio nel nostro territorio della rigorosa osservanza delle norme ambientali.
Dopo un piacevole intermezzo musicale del Liceo Musicale “E. Perito” di Eboli, Attilio Polito, Coordinatore distrettuale Lions sull’ambiente ha concluso il dibattito asserendo: «Un’attività di carattere divulgativo ed educativo, quella di questa sera, cui seguirà senz’altro un service progettuale volto alla realizzazione di concreti obiettivi»
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