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Liolà: la Sicilia di scena a Cava

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Liolà conduce al terzo appuntamento con la rassegna teatrale Autunno Cavese. Rivive, a Cava de’ Tirreni, lo spirito popolare e la natura sanguigna della Sicilia attraverso uno dei lavori più conosciuti di Luigi Pirandello

[ads1] Liolà sarà in programma, per la rassegna teatrale Autunno Cavese,  il 6  (ore 19:30) ed il 7 dicembre (ore 20:00) presso l’Auditorium De Filippis, l’opera vede un cast di 11 elementi quasi tutto al femminile, fatta eccezione per i due protagonisti: Lello Conte e Gabriele Casale, rispettivamente nei ruoli di zio Simone e Liolà, appunto.

Liolà : la Sicilia di scena a CavaArguto, intelligente e beffardo Liolà, simbolo di tempi che contraddicono obsoleti e stantii modelli, si contrappone a Zio Simone, vecchio e prepotente. La tracotanza della giovinezza e la decadenza della vecchiaia, dunque e tutto intorno uno stuolo di donne ciarliere, provocanti e calcolatrici.

In Liolà l’essenza pirandelliana, in contrasto tra l’essere e l’apparire, prende l’odore forte della terra sicula, da qui la proposta del dialetto. Una scelta difficile, tuttavia fortemente capace di rendere il linguaggio e la forza espressiva di un mondo contadino antico e perduto.

Gesti, voci, suoni, intessuti ad una scrittura sapiente ed ammiccante, in una messa in scena arricchita dalla musica dal vivo ad opera di Guido e Gabriele Pagliano, Peppe Palladino e Gabriele Rosco. Regia di Clara Santacroce e Renata Fusco.

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Classe 1986, specializzata con lode in Storia dell'Arte Contemporanea [cattedra di Carla Subrizi, La Sapienza] con la tesi “Trouble Every Day: Tous Cannibales, la voracità da tabù ad arte, dall’arte alla società”. Da sempre interessata all’arte come alla scrittura, e alla comunicazione in genere, scrive di cultura, politica e attualità. Storica dell’Arte, esperta SEO e freelancer per vocazione, attualmente collabora anche con Artribune e Tiragraffi Magazine. Da marzo 2013 cura un personale blog sull’arte: ArtFriche Zone. “Soltanto quando il senso di associazione nella società non è più abbastanza forte da dare vita a concrete realtà, la stampa è in grado di creare quell’astrazione, il pubblico” (Dwight MacDonald).