Ieri sera al Comune di Salerno la conferenza conclusiva del progetto Linea Rosa, del Centro Antiviolenza Spazio Donna. La lotta per la conquista della parità di genere continua
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Linea Rosa, il progetto del Centro Antiviolenza Spazio Donna, è stato protagonista della conferenza conclusiva proprio alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne, ma naturalmente non si fermerà qui, così come la lotta alla parità di genere.
A presentare l’evento, oltre a Nino Savastano, assessore alle Politiche Sociali del Comune, l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania Chiara Marciani, l’avvocato di Spazio Donna Stefania De Martino, nonché coordinatrice di Linea Rosa, Vilma Tabano De Sario, presidente del centro, Pina Mossuto e Filomena Lamberti, testimone vivente dell’efferata crudeltà della violenza maschile.
Si tratta di un progetto di comunicazione ed ascolto, che gode della sinergia non solo del centro, ma anche del Piano di Zona, delle Istituzioni, della ASL ed altri ancora.
Ecco i dati che sono stati esposti, frutto di sondaggi condotti sia all’interno del centro che nelle scuole, presso le quali è iniziata una campagna di informazione e sensibilizzazione. Una donna su 3 subisce violenza, ed il 60% avviene tra le mura domestiche. La frequenza cresce: una donna ogni 12 secondi viene molestata o violentata.
Oltre a quella fisica, esiste la violenza psicologica, che è invisibile agli occhi ma lascia segni nell’anima ed è ben più devastante.
Sono dati che, nonostante rispetto agli anni ’90 siano calati, restano comunque troppo alti. Le Istituzioni in tal senso stanno cercando di agire con forza, e con esse si cerca di creare una rete di associazionismo che parte dagli ospedali, che permetta un continuum sia nel percorso di denuncia che nel processo di recupero della vittima, dopo.
La violenza sulle donne è un problema culturale, che quindi deve essere estirpato alla radice attraverso l’abbattimento dell’omertà: si nutre dei silenzi delle vittime, schiacciate dalla paura per la propria vita, o quella dei figli. C’è di buono che, rispetto agli anni passati, ora le donne hanno il coraggio di denunciare, ma tuttavia la percentuale di chi lo fa risulta ancora troppo bassa.
È emerso, inoltre, che i giovani non conoscono le forme più subdole di violenza, perché sono assuefatti ed hanno interiorizzato i comportamenti più apparentemente blandi. La assimilano nelle sue manifestazioni più estreme, come il femminicidio. Molte ragazze infatti sono rassegnate a subire atteggiamenti repressivi o punitivi delle figure maschili, perché incapaci di riconoscerli e difendersi.
Grave è il problema associato alla violenza, cioè la dipendenza economica, che costringe la donna a dipendere dal marito o compagno, che le impedisce di mettere mano all’amministrazione della famiglia. Gli interventi di implementazione delle Istituzioni vorrebbero essere proprio mirati a dare alla donna un lavoro per garantirsi un’autonomia.
Il rispetto verso la donna deve essere celebrato in ogni giorno dell’anno, e bisogna fare in modo che giornate come quella di oggi, 25 novembre 2016, non diventino un triste anniversario che conti ogni anno un aumento esponenziale di vittime, come accade ora.
L’avvocato De Martino ha chiosato il suo discorso dichiarando che: “La violenza è un problema umano, e quindi può e deve essere sconfitto per sempre”. [ads2]