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Linea d’Ombra, ecco chi ha vinto il contest teatrale “La terra senza palco”

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Linea d’Ombra, ecco chi ha vinto il contest teatrale “La terra senza palco”

Il festival Linea d’Ombra comincia con i contest: nella serata di ieri tre performance teatrali a confronto sul tema Terra senza palco

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Il festival delle Culture Giovani Linea d’Ombra ha registrato un altro successo con la proposta teatrale di ieri sera. Su un tema tutto speciale, La Terra senza palco, e con alcune limitazioni (divieto di interazione con il pubblico, divieto di accompagnamenti sonori e l’obbligo di utilizzo di proiezioni sulle pareti della sala) tre rappresentazioni teatrali sono state poste a confronto nella Sala Pasolini. Al termine delle rappresentazioni, una giuria di undici pari ha espresso la preferenza verso di queste.
Tra Countdown della Compagnia PollisPapin, Torno sulla Terra di Francesca Romana Miceli Picardi e Dentro la scatola di Teatro Grimaldello, ha vinto la seconda per aver conseguito “maggiore proporzione tra il tema La Terra senza palco e i parametri imposti”.

Countdown di Compagnia PolisPapin

Teatro d’avanguardia. Un progetto che pare abbia seguito letteralmente il libretto d’istruzioni per fare teatro d’avanguardia: il corpo strumento, la voce suono, il gesto ampio e definito. La compagnia ha dimostrato grande vivacità e ha conquistato l’attenzione del pubblico con un prodotto pregno di significato. La scelta quasi accademica di scomporre la scena in un mosaico è risultato a tratti slegato dal filo conduttore che pure c’era e che ha sfiorato vette di particolare intensità.

linea d'ombra polispapin
Countdown per Linea d’Ombra

L’interpretazione è stata a tratti nervosa, poco plastica, e i vocalizzi sono parsi a volte poco coordinati.
Il tentativo di scomporre l’ambiente scenico – se c’è stato – ha dato l’unico risultato di scomporre la scena in frammenti logici e, anche, di triangolare un vero e proprio palco.
Con delle videoproiezioni molto curate, pensate sin nel dettaglio e allacciate alla sceneggiature, l’argomento Terra è stato colto pienamente ma, di contro, il peso dell’ambiente scenico ha delineato un palco che ha reso troppo evidente il gioco teatrale.

 

Dentro la scatola di Teatro Grimaldello

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Dentro la scatola per Linea d’Ombra

C’è da sottolineare come in tutte le rappresentazioni il pubblico è rimasto attento, fisso sugli interpreti. Nel caso specifico di Dentro la scatola, il pubblico ha vissuto la scena rispondendo emotivamente con qualche risata.
Delle tre performance, questa è stata sicuramente la più intarsiata tra tecnica e testo. Purtroppo, è stata anche l’unica che non ha corrisposto all’esigenza della videoproiezione sulle pareti né pare avesse focalizzato il tema.
Con qualche limatura da apportare necessariamente in più parti, il prodotto di Teatro Grimaldello è stato prezioso e finissimo, a tratti lento e prosaico, ma così ben strutturato che non sono pesati  i momenti non funzionali.
Scene di grande intensità, hanno coinvolto lo spettatore in un‘intesa emotiva che nell’incipit era quasi disonesta, tale la capacità di fascinazione. Purtroppo, un uso della parola non altrettanto saggio all’uso della mimica, l’ha spezzata quasi subito. Alcuni segni di grande intensità hanno mantenuto tutta la carica erotica finchè la scelta di far scoprire i seni all’attrice non ha smorzato tutto il significato fino a quel momento intessuto: a quel punto, la denuncia si è fatta prosa e ripetizione. Ma la bontà di quest’opera non distoglie dal suo peccato originale: non essere per niente in tema, avere uno spazio scenico ben delineato e forte. Niente Terra, molto palco.

Torno sulla Terra di Francesca Romana Miceli Picardi

Una rappresentazione che maggiormente coglie la dovuta proporzione tra il tema proposto, La Terra senza palco, e i parametri imposti. Senza altri oggetti scenici che il proprio corpo, Francesca Miceli ha sfruttato il gioco delle estensioni utilizzando un netbook più come estensione di sé che come oggetto scenico e, gradualmente, lo ha messo da parte per sfoderare altre parti di sé.
In questo caso il successo è descritto proprio dalla linea d'ombracapacità di aver azzerato l’ambiente circostanze, di aver reso zero lo spazio scenico ed essere riuscita ad utilizzare con sobrietà il corpo. Ha evitato in tal modo di cascare in esagerazioni e, misurando i gesti, ha saputo rendere la metamorfosi del personaggio dal piano verbale al piano corporeo, giocando anche con fasciature e disegni su pelle.
In questo modo è riuscita ad amplificare al massimo il senso della videoproiezione, portandone il senso sulla propria pelle, vincendo così la sfida del palco, che non c’è stato. È riuscita a portare in primo piano e non sempre in maniera brillante, il senso di Terra e di sua umanità.

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