Una tragedia nella tragedia, quella che ha colpito i familiari di Vincenzo Cavaliere, un commerciante di 49 anni di Licusati (frazione di Camerota) che si era tolto la vita impiccandosi davanti al Santuario della Santissima Annunziata. La sorella del suicida, nel tentativo di raggiungere il fratello per un ultimo saluto, ha perso la vita in un incidente stradale insieme al marito
Erano partiti da Treviso per poter partecipare al funerale di Vincenzo Cavaliere, che dopo aver acquistato una corda nel bazar di Licusati, piccola frazione di Camerota, aveva raggiunto il Santuario della Santissima Annunziata e si era impiccato alla ringhiera della chiesa. Il 49enne non era sposato ed abitava con i genitori, con i quali collaborava all’interno di un esercizio commerciale del paese. A ritrovare il corpo penzolante sono state due ragazze poco più che ventenni, capitate per caso nella zona. Le giovani, sconvolte, hanno allertato le forze dell’ordine che sono intervenute prontamente sul posto ed hanno sequestrato il video delle telecamere di sorveglianza contenente le riprese del folle gesto.
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Ma un dramma parallelo stava consumandosi sulla corsia Sud nel tratto compreso tra Arezzo e Monte San Savino, dove è avvenuto il terribile incidente che ha coinvolto i familiari in viaggio verso Licusati. Da una prima ricostruzione, sembrerebbe che un tir abbia tamponato l’auto, una Peugeot 206, con a bordo Calogero Gerolamo, la moglie Raffaella e la nipote. Il veicolo, nell’impatto, è rimasto schiacciato, intrappolando i tre corpi nelle lamiere. Sul posto sono intervenute le pattuglie della Polizia stradale, i Vigili del Fuoco e i soccorsi sanitari, ma per i coniugi non c’è stato nulla da fare. Restano gravissime le condizioni della giovane sopravvissuta allo schianto.
I familiari del Cilento, preoccupati del ritardo, hanno chiamato i carabinieri, apprendendo la terribile notizia. «La comunità è sconvolta, sotto choc – ha detto al Giornale del Cilento il parroco di Licusati, Don Antonio – non si trovano parole per spiegare queste tragedie, in paesi come i nostri dove ci conosciamo tutti e siamo tutti un po’ parenti».