Avrebbe compiuto oggi cinquant’anni Francesco Colucci. Una lettera per ricordare l’entusiasmo contagioso di chi sapeva custodire, raccontare e vivere con semplicità e delicatezza

Un sorriso, gli occhi pieni. Una festa.

Cinquanta candeline, le avresti spente tutte d’un fiato. Con quel solito entusiasmo, quello forte di chi porta nel cuore le cose belle. Quanti giorni sono già passati, quanto silenzio Francesco. Sistemiamo i ricordi, rincorriamo giorni e respiriamo quel profumo, il tuo.

Non va via, resta intenso su ogni momento.

Con quella semplicità autentica, quella delicatezza verace di chi ha sempre sorriso al Mondo strizzando l’occhio alla vita.

Mente, cuore e passione. Intelligenza, caparbietà, competenza.

E poi l’amore, perché portavi la bellezza della verità quella che sa d’amore e riesce a raccontarne ogni singola emozione con un ritmo pulito, necessario, eterno.

Per aspera ad astra, sempre. Con in tasca tanti sogni, qualche poesia. E con l’anima colma, carica, travolgente e straripante.

Con l’anima giusta Fra, di chi sapeva fare senza dover rincorrere. Di chi non aveva bisogno di improvvisare, di chi con la semplicità ti raccontava le stelle e passeggiava in un cielo fatto di storie e parole. Di chi sapeva aver premura e era ancora capace di custodire. Di un mare che non conosce limiti e di quella fragilità prepotente che arricchisce, impreziosisce. Di chi ha colorato la libertà, che con la fantasia hai costruito le più belle cose.

È stato un regalo conoscerti, una festa.

“Poi arrivò il sole,

e una barca si girò

uscendo dal porto.

Salutò, sorrise e poi volò”.

Sei sempre qui.  Il tuo sorriso, le parole tue, i tuoi occhi pieni. Buon compleanno Francesco.

Articolo a cura di Sabrina Sica