Lettera aperta a Walid Raad: Sandra Mouaikel porta al Museo MADRE una magistrale interpretazione dei fatti d’attualità, in linea con la visione dell’artista libanese
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Si è svolta ieri pomeriggio, presso il Museo MADRE di Napoli, la visita-performance Lettera aperta a Walid Raad di Sandra Mouaikel, promossa in occasione del penultimo giorno d’apertura della mostra di Walid Raad, Preface/Prefazione, e organizzata dal Dipartimento di Educazione del museo MADRE in collaborazione con Le Nuvole – Teatro Stabile d’Innovazione.
La visita-performance si è ispirata ai temi di stringente attualità esplorati dall’artista in mostra, una delle voci più originali e autorevoli del Medio Oriente: l’incidenza della guerra sul contesto pubblico e privato, la veridicità del documento storico, le dinamiche che presiedono alla formazione della memoria individuale e collettiva, la natura intima dell’esperienza artistica nei confronti dell’influenza pervasiva della politica e dell’economia.
L’evento è stato molto suggestivo ed evocativo. La lettera aperta a “Wild Raad” è una video-lettera, un monologo breve condotto da Sandra Mouaikel con quinte scenografiche ed alcune opere di Walid Raad esposte nella sala Re-pubblica del Museo. I partecipanti hanno assistito alla performance in maniera insolita: alcuni seduti su delle pile di vecchi giornali (di cui una, simbolicamente, è stata riservata a Raad) ed altri direttamente a terra.
Una giovane donna avanza mentre una telecamera riprende ogni suo gesto. Gioca a comporre – sul pavimento – parole, frasi, storie di personaggi possibili o anche improbabili. Raccogliendo pallottole, la donna prova a riassemblare le storie della guerra, attraverso i ricordi – realtà, illusione o finzione? – della propria infanzia a Beirut.
Le uniche cose presenti nella scenografia: tre vecchie valigie (ovvero gli archivi da mostrare: in una le tazzine di caffè sporche, in un’altra delle audiocassette, nell’ultima i quaderni con i quali insegnava a scrivere ai bambini).
Proprio questi quaderni le hanno salvato la vita, perché quando le bombardarono la casa (all’ottavo piano di una palazzina) lei era negli scantinati a scrivere. Il monologo gioca tra finzione e realtà, ma il confine che li separa ci è sconosciuto.
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Il contenuto delle valigie è, dunque, molto importante: nei luoghi in cui si convive con la guerra, anche gli oggetti più insignificanti assumono un’altra valenza. In un passo del monologo, Sandra Mouaikel ha spiegato che “quando c’è la guerra stai sempre con le valigie pronte, perché non ci sono mai posti sicuri“.
Essere bambini durante la guerra, e riflettere sulla distruzione, non solo materiale e fisica, che colpisce i beni immateriali e i valori morali come la memoria: questi i temi della performance, al termine della quale il pubblico ha potuto visitare la mostra Walid Raad Preface/Prefazione con la guida degli operatori didattici del museo MADRE. Da notare come l’artista di Chbanieh sia riuscito a portare a Napoli la sua personalissima espansione della cosiddetta “Critica Istituzionale”, che affonda le radici negli anni Sessanta, mostrandoci l’arte sotto forma di oggetti in costante evoluzione e mutamento.
Un’esperienza performante ed indimenticabile.
Sfoglia la photogallery a cura di Pietro Avallone