Il “Leone di Caprera”: il viaggio, l’avventura e il mare. Con il convegno tenutosi all’Happy Village è stato presentato il progetto preliminare per il ritorno della storica goletta a Camerota, da esporre in un museo interattivo della marineria.
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Non si tratta di una scoperta recente, ma per gli abitanti di Marina di Camerota l’epopea de “Il Leone di Caprera” è stata sempre storia corrente, tramandata ai posteri sin dal compimento dell’impresa, portata a termine il 9 Giugno del 1881. E che ha coinvolto, nella duplice veste di promotore e marinaio, Pietro Troccoli (1852 – 1939), originario del suddetto borgo cilentano.
Segni tangibili della memoria dell’impresa li troviamo nella toponomastica locale e nei loghi ed intestazioni di alcune società operanti a Marina di Camerota. Ma anche nell’impegno ultra-decennale, che singoli cittadini, associazioni e comitati, hanno profuso, di concerto con le amministrazioni comunali succedutesi, nel rivendicare costantemente la propria appartenenza a questa Storia. Sforzi comuni che, cronologicamente, hanno portato alla In-felice scoperta del 1982, che la goletta si trovasse abbandonata a Milano presso il Museo della Scienza e della Tecnica.
Nel 1995, però, il Leone di Caprera entra nell’abitato della Marina di Camerota, accolto trionfalmente dal suono delle sirene delle barche e dalle campane sonanti a festa. Ubicato nella grotta detta di Lentiscelle, vi resta esposto al pubblico per oltre un decennio.
Con il Comune di Camerota a far da capofila e grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Ambiente, nel 2007 la goletta della storica traversata atlantica è interessata da un restauro conservativo eseguito dall’ ARIE nei cantieri di Livorno, secondo un meticoloso progetto vagliato dall’ Istituto Centrale per il Restauro.
Il 9 Giugno del 2009 il varo museale, a termine dei lavori di restauro. E dopo le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, l’imbarcazione torna ad essere ricoverata presso il Museo della Scienza e della Tecnica. Con il testimone ora in mano all’associazione Tuttinsieme, coadiuvata dalla Fondazione Mare Nostrum, ci si proietta verso il ritorno (Definitivo?) del Leone di Caprera a Marina di Camerota, da custodire con devozione e gelosamente in un Museo interattivo della marineria.
Il convegno sul Leone di Caprera
Ed è proprio per questo ultimo aspetto che si è tenuto, sabato 5 Novembre nella suggestiva cornice dell’Happy Village, un convegno sul Leone di Caprera, con tematiche inerenti il viaggio, l’avventura ed il mare.
All’incontro, in qualità di relatori, un vero parterre de rois, tra i quali l’onorevole Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Prof. Giuseppe D’Angelo, le Prof.sse Anna Maria Giarletta e Irene Boldriga, l’avvocato Federico Conte, Fondazione Mare Nostrum, Mario Scarpitta presidente di Tuttinsieme e Cono D’Elia vicepresidente del PNCVDA. Presenti tra i tanti ospiti anche Orlando Troccoli, pronipote dell’eroico Pietro ed Antonio Romano Sindaco del Comune di Camerota.
Durante la doppia sessione di lavoro, oltre a ripercorrere la storia dell’imbarcazione e della memorabile traversata transoceanica è stato illustrato il progetto preliminare per il ritorno de Il Leone di Caprera a Marina di Camerota, e la realizzazione di un Museo interattivo della marineria.
Un Museo non fatto di didascalie, ma un museo capace di raccontare una Storia. Un contenitore dei sogni degli uomini e delle donne. Congegno di un meccanismo che inglobi necessariamente anche la Scuola ed il Territorio. E che manifesta l’Identità del popolo camerotano, nonché di quello cilentano.
Con il Museo della Scienza e della Tecnica esiste già un accordo, ma da Milano sono stati molto chiari: l’imperativo è quello di costruire un contenitore atto a conservare e valorizzare questo bene culturale. La palla passa ora necessariamente all’amministrazione, sul dove e come realizzare questo spazio espositivo.
E visto che nel comune camerotano vige un caos urbanistico, specie nell’area portuale, il Museo può essere il giusto pretesto per un progetto di riqualificazione urbana: una sorta di Waterfront 3.0, che riassetti l’attuale area che dal molo di sopraflutto giunge sino all’estuario del vallone delle Fornaci, con l’inevitabile dislocamento del campo sportivo.
In alternativa a tale ipotesi, e non a mo’ di provocazione, si potrebbe vagliare anche quella del “Palazzo Marchesale”. La Storia dentro la Storia. Ovviamente inglobando in detta struttura anche altre funzioni, ma sempre ben distinguibili dalla vicenda della storica imbarcazione. Da pensarci su…
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