Legambiente Valle dell’Irno continua a denunciare l’allarmante stato ambientale in cui versa il territorio irnino.
Sono vari i punti illustrati nell’esposto presentato dal circolo Legambiente Valle dell’Irno al fine di sensibilizzare i cittadini e la classe politica affinché ci sia un maggiore rispetto per l’ambiente del territorio.
In primo luogo il gruppo ambientalista denuncia l’eccessivo consumo del suolo per la realizzazione di lottizzazioni e centri commerciali (alcuni incompleti o inutilizzati), spesso in deroga ai P. U. C. C’è poi il problema della viabilità: l’eccessiva urbanizzazione e la particolare orografia della valle, infatti, hanno determinato una congestione del traffico privato. Legambiente chiede, inoltre, alle amministrazioni locali una politica più attenta e responsabile atta a favorire l’incentivazione del trasporto pubblico locale, sia su gomma che su rotaia, con sicuri benefici sulla qualità della vita.
Negli ultimi anni, poi, le analisi epidemiologiche hanno evidenziato l’incremento di malattie riconducibili all’inquinamento presente nell’aria e nel suolo a causa di fumi industriali, di rifiuti altamente pericolosi presenti nell’ex stabilimento Idaff situato a Fisciano e dell’uso di pesticidi in agricoltura e silvicoltura perfino nelle operazioni di pulizia delle strade urbane. Questa situazione, secondo Legambiente, comporta un notevole dispendio economico a carico dello Stato, legato sia ai danni sanitari arrecati ai cittadini che alle costose operazioni di bonifica per risanare il territorio.
Un altro dato preoccupante è rappresentato dall’abbandono e dalla carente sorveglianza e cura di boschi e valloni, dagli incendi dolosi e dal taglio illegale e indiscriminato degli alberi. Questi interventi scellerati hanno determinato un progressivo dissesto idrogeologico in tutta la Valle dell’Irno: gli allagamenti avvenuti negli scorsi anni nei comuni di Mercato San Severino, Calvanico e nella zona dei Cariti a Baronissi sono delle lampanti testimonianze. Tali problematiche investono, purtroppo, anche alcune aree protette quali il Parco dei Monti Picentini (dalla sua istituzione non si è mai avuta una completa operatività di questo parco), il Parco Urbano dell’Irno (che doveva essere un luogo di conservazione della natura e di fruizione per il tempo libero e di messa in sicurezza del territorio che, purtroppo, oggi è diventato un ricettacolo di rifiuti e un luogo di degrado) e l’Area Naturalistica di Frassineto (un bosco molto frequentato da cittadini e scolaresche, esempio di buona pratica di gestione del patrimonio montano che, però, dal mese di aprile del 2013, non ha visto ancora un esito positivo per quanto riguarda il rinnovo della convenzione finalizzata alla sua gestione).
“Ci auguriamo che i cittadini e la classe politica aprano gli occhi su queste delicatissime ed importantissime questioni che stanno gradualmente degradando il territorio della Valle dell’Irno” – hanno dichiarato alcuni soci del circolo territoriale di Legambiente.