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Parte da Salerno la campagna di Legambiente contro gli shopper illegali

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Parte da Salerno la campagna di Legambiente contro gli shopper illegali

Dal 16 al 22 dicembre volontari in azione con “Io sono legale”, la campagna d’informazione di Legambiente e RE.MA.Plast contro l’uso di shopper illegali

Sono oltre un milione i sacchetti illegali sequestrati nell’ultimo anno in provincia di Salerno. Un dato che, seppur sottostimato e che tiene conto solo delle maggiori operazioni rese pubbliche dalle forze dell’ordine, offre un’idea del business degli shopper illegali che circolano spesso indisturbati nel nostro paese. I numeri di questa “filiera nera” sono impressionanti: circa la metà dei sacchetti in circolazione, secondo le stime di Legambiente, sono ancora illegali: 40 mila tonnellate di plastica, una perdita per la filiera legale dei veri shopper bio pari a 160 milioni di euro, 30 solo per evasione fiscale. Ma cosa si nasconde dietro un semplice sacchetto di plastica per la spesa, uno di quelli che in Italia per legge dovrebbe essere compostabile?

Per informare correttamente i cittadini e denunciare il racket degli shopper illegali torna durante le festività natalizie nelle  piazze campane la campagna “Io sono Legale”,promossa da Legambiente e RE.MA.Plast e realizzata grazie alla collaborazione con Novamont. Il primo appuntamento si è tenuto questa mattina al mercato di Pastena a Salerno. Per un spesa di Natale responsabile,i volontari di Legambiente hanno distribuito materiale informativo e sacchetti biodegradabili e compostabili a cittadini e commercianti.

«Spesso per noi è un gesto inconsapevole, ma ogni volta che ci arriva fra le mani un sacchetto di plastica dovremmo riflettere sul fatto che quel settore è ormai diventato terreno d’azione anche delle ecomafie, che inquinano il mercato legale e impongono i loro prodotti in plastica tradizionale soprattutto negli esercizi commerciali al dettaglio o nei mercati rionali, con una nuova forma di pizzo – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania –.  L’Italia è stato il primo paese dell’Unione Europea a mettere al bando i sacchetti di plastica con una legge innovativa e straordinaria approvata nel 2006 ed entrata in vigore cinque anni dopo. Una legge che ha consentito di ridurre il numero degli shopper usa e getta del 55%, ma purtroppo ancora è in parte disapplicata nonostante il lavoro di controllo sempre maggiore da parte delle forze dell’ordine.Un mercato nero che danneggia chi produce correttamente bioplastiche compostabili e disincentiva gli investimenti nel settore. Il tutto senza considerare i gravi danni all’ambiente e al mare, oltre all’aggravio dei costi di smaltimento dei rifiuti quantificato in 50 milioni di euro».

«Dal 2005 abbiamo concentrato una notevole parte della produzione nel settore ecosostenibile per la campionatura dei sacchetti biodegradabili-compostabili- racconta Alfonso Campitelli di Re.Ma.Plast, azienda campanache produce imballaggi a scopo industriale e commerciale –.  Visto il nostro interesse per l’ambiente e lavorando nel campo degli imballaggi, abbiamo deciso di collaborare con Legambiente e promuovere la campagna “Io sono legale”, che ci avvicina ai consumatori e ci consente di sottolineare gli effetti che provocano gli shopper illegali».

Dopo la tappa di Salerno, i volontari dell’associazione saranno presenti a Benevento il 19 dicembre (presso piazza Risorgimento); ad Avellino il 22 dicembre (piazzale Stadio Partenio); a Napoli il 22 dicembre(presso il mercato di Montesanto).

Grazie alla campagna “Io sono legale” (che si tiene in contemporanea anche in Veneto), nel corso di questi mesi è stato possibile promuovere anche percorsi didattici nelle scuole, con il coinvolgimento di oltre 500 studenti in Campania. Alcune classi degli istituti superiori hanno inoltre avuto l’occasione di visitare gli stabilimenti più innovativi che producono la bioplastica: in Campania presso lo stabilimento di RE.MA.Plast a Sarno (Sa) per toccare con mano i processi innovativi di sviluppo della chimica verde grazie alla quale sarà possibile contrastare in maniera decisa il problema dell’abbandono delle plastiche nell’ambiente e ridurre fortemente l’uso fonti fossili (la plastica tradizionale è, infatti, un prodotto della filiera petrolifera) che sono la prima causa dei cambiamenti climatici.