La rubrica Fahrenheit 089 continua con un altro giovane autore salernitano, Manuel Mascolo, e con un racconto breve ancora di genere noir. In realtà più che analizzare un solo romanzo, in questo caso è necessario portare all’attenzione due racconti dell’Autore che hanno in comune lo stesso personaggio protagonista e una comune ambientazione: il primo ha il titolo di ‘Salernoir’ e il secondo invece ‘Il ladro d’amore’.
Manuel Mascolo opera una scelta coraggiosa e non priva di rischio: ambientare l’intreccio dei suoi romanzi a Salerno. Le descrizioni della città sono sempre puntuali e realistiche, in ‘Salernoir’ come in ‘Il ladro d’amore’: sono citate le strade, i nomi delle chiese, ed è possibile, per chi vive e conosce Salerno, individuare il cammino del protagonista, James, e le sue traettorie in quale vicolo andranno a sbucare. Anche i posti dove si consumano i momenti più ‘neri’ della storia sono scelti bene: ad esempio il poco illuminato cantiere dell’ex pastificio Amato. I personaggi riescono ad emergere dal profilo delle strade, dei palazzi, da lampioni mal funzionanti, attraverso descrizioni rapide ed efficaci come schizzi o come caricature. Interessanti anche gli svariati riferimenti musicali che arricchiscono le pagine, e che sembrano, vista la premura con cui testi e titoli di canzoni sono usate, filtrate dallo spirito da musicista dell’Autore.
Manuel Mascolo conclude Salernoir (non sveliamo intreccio narrativo o finale ovviamente) con la frase: ‘Salerno ha dei segreti’. E continua ‘Il ladro d’amore’ con uno stesso protagonista che indaga su altre sparizioni. Salerno non è solo uno sfondo asettico, ma è davvero protagonista, e gli intrighi immaginati dall’Autore rischiano di non essere così lontani da un ipotetico reale, sebbene dietro i due libri spunti un: ‘Tutti i personaggi di questo romanzo sono immaginari e qualunque somiglianza con persone realmente esistente o esistite è puramente casuale’.
I punti forti dei due romanzi sono l’asciuttezza narrativa che risolve l’intreccio quasi in sceneggiatura, la velocità delle azioni, le vedute della città alle volte come dall’alto con inquadrature cinematografiche “… e intanto il sole batte sui tetti dei palazzi di via Mobilio” (da ‘Salernoir’, p. 23), la costruzione del personaggio protagonista e dei personaggi secondari di cui è più ricco il più elaborato ‘Il ladro d’amore’ (davvero spassoso Eclisse)
Ciò che emerge, sebbene l’autore tenti di velare per rendere il romanzo leggibile e fruibile dal più vasto pubblico, è la denuncia dell’Autore della sua città, o meglio di come questa è stata amministrata. Mascolo lascia realmente la traccia di qualcosa di losco, quantomeno fa nascere un sospetto, pone domande su quel che va bene e quel che va male. Interessanti le righe di ‘Il ladro d’amore’, che nascondono, dietro l’eccesso, forse delle cogenti verità:
“Dodici anni fa, quando ero ancora in servizio, ne accadevano di cose trane in questa città. Non hai idea di quante rapine, tentati omicidi, risse nei locali abbiamo dovuto sventare, quanti progati e potenziali assassini vagabondavano per queste vie, e ancora circolano fra noi. Solo che adesso sono camuffati da ragazzi per bene, dinti figli di papà, che compravno droga con i soldi dei genitori. Che si parcheggiano all’università per rimandare il giorno in cui dovranno definitivamente crescere, e sperperano la loro vita in alcol e festini, in discoteche ‘esclusive’, che poi sono aperte a tutti”.
L.V.: Quando hai iniziato il primo Salernoir avevi pensato già a costruire un personaggio che potesse resistere a più racconti, o è venuto tutto dopo, quasi una volontà di non voler lasciare il tuo protagonista (tuo alterego immagino) senza storie?
M.M.: Il primo libro è nato per “gioco”, inserendo un mio alterego (infatti ci hai visto bene) perché volevo scrivere una storia dai toni GIALLI, e ho sfruttato il mio vecchio quartiere e i miei amici (realmente esistenti).
Lo scrissi nel 2010 e in molti l’ hanno letto fino al 2011 quando ho deciso di stamparlo. Avevo già in mente un seguito, perché avevo voglia di raccontare altre storie su questa città vista sotto una luce “noir”, e la storia del ladro d’amore era già in cantiere da un po’. Sicuramente se non avessi riscontrato successo col primo libro non sarei andato otre… Ora James è destinato a mille avventure, e pensa che già ho in mente la prossima, ma aspetterò prima di metterla nero su bianco. Scrivo esattamente cioè che mi piacerebbe leggere, noto spesso romanzi pieni di descrizioni spesso inutili, e immagino che la maggior parte dei potenziali lettori possa essere spaventata da tomi di 700 pagine e per questo non si affacciano alla lettura! Ti assicuro che i miei libri e i miei racconti li hanno letti ragazzi e ragazze che a stento sanno cosa sia una libreria, perché non ci sono mai entrati (ne conosco molti) e anche adulti incuriositi nel vedere il loro quartiere scenario di un omicidio e di un’ indagine… insomma mi piace far sentire il lettore dentro la storia, e mi piace parlare dei luoghi che conosco, che tutti conosciamo, in modo diverso da quello usuale
Vi invitiamo quindi a seguire le indagini del chitarrista e ‘fittacamere’ abusivo James Morra, è possibile trovare ‘Il ladro d’amore’ presso il Bohème Caffè Letterario e a breve alla Libreria Leone di via S. Mobilio.
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