Le Iene arrivano a Salerno, dove Nadia Toffa scopre e percorre il traffico di metadone fuori dal SERT
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Le Iene, programma di Italia Uno condotto da Teo Mammucari e Ilary Blasi, denunciano il caso di metadone venduto all’ingresso del Centro SERT di Salerno.
La “Iena” Nadia Toffa ha intervistato Marco, un giovane tossicodipendente che ha deciso di uscire dal tunnel della droga, denunciare quanto accade dinanzi al centro dei servizi per le tossicodipendenze.
Un’inchiesta sul SERT, il centro assistenza per i tossicodipendenti, ma in realtà scopriamo che sarebbero i tossici a decidere la quanto metadone assumere e non il medico. Non ci sono terapie pensate per ogni paziente, ma vengono rilasciate quantità molto alte, non paragonabili con nessun’altra città italiana. Marco, il personaggio intervistato, allude ironicamente a una delle domande sentite durante la cura: “Ma che scali a fare?“. Infatti, per l’uso eccessivo di questo medicinale, il paziente intervistato ha avuto gravi disturbi di salute.
Nadia Toffa non si sofferma alle parole che ascolta e si reca direttamente alla sede dell’Asl di via Nizza, dove Marco chiede di farsi aumentare la dose di metadone autonomamente, senza trovare molti ostacoli da parte del personale.
Questo sistema provoca un vero e proprio spaccio del medicinale, come dimostra la giornalista; seguendo Marco all’esterno, la mette in contatto con il responsabile della vendita. Si dimostra come un paziente che avrebbe bisogno di solo 2 cc, a cui vengono rilasciati tranquillamente 15, così riesce a vendersene i restante 12. Il servizio continua mostrando il vero e proprio spaccio di metadone, che si consuma anche all’interno dei bar.
Nadia Toffa si reca personalmente alla sede del SERT, dove tenta di parlare con la dottoressa che ha in cura Marco, ma sopraggiunge la direttrice del Centro, la quale ribadisce che c’è un iter gerarchico dell’azienda da seguire, portando le telecamere fino al direttore dell’Asl di Salerno.
Il viaggio di Nadia continua, accompagnando Marco in una Comunità, dove scopre che il metadone e il posto letto sono a carico del tossico. Problemi che dovrebbero risolvere il Servizio Sanitario, ma che sono rimasti in pochi e con scarsissimi fondi.
Un ritratto risaputo della nostra società, in cui il tossico vive davvero all’interno di un tunnel, quando nel tentativo di uscirne, è vittima di nuove speculazioni e disagi. Non c’è un chiaro interesse nazionale rispetto a questa problematica, e sono davvero poche le persone che riescono ad avere un atteggiamento costante e serio. La volontà, ferrea, del tossico, potrà essere forse l’unica strada percorribile, in ogni caso.
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