Il Festival della Fiaba porta nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum fiabe con orchi e fate
Camminare nei corridoi del Museo Archeologico Nazionale di Paestum e vedere, accanto ai reperti archeologici, immagini coloratissime di orchi di tutti i tipi provoca un effetto leggermente straniante.
Ma non è forse questo l’obiettivo della fiaba? Portarti in un mondo apparentemente diverso dall’usuale e, invece, darti dei profondi insegnamenti da usare nella vita vera.
Per omaggiare quello che per anni è stato considerato un genere letterario minore, è stato organizzato un Festival della Fiaba che per due giorni, il 23 e il 24 maggio, usa gli spazi del museo e degli scavi archeologici circostanti per parlare, con gli adulti e immancabilmente con i bambini, delle origini della fiaba, di come vengono tramandate le storie e di come sono fatte le fiabe.
Ieri, giornata introduttiva, è stata tenuta innanzi tutto una conferenza dove diversi studiosi di fiabe e di tradizione popolare hanno illustrato a un pubblico eterogeneo di adulti e giovani curiosi le origini e i metodi di diffusione dei racconti fantastici, oltre alle somiglianze tra racconti provenienti da zone opposte del globo che ci fanno capire quanto in realtà, nella rappresentazione delle proprie paure e dei propri desideri, tutti gli esseri umani siano uguali.
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Nel pomeriggio le fiabe hanno iniziato a prendere vita perché la parola è stata ceduta a scrittori, illustratori, registi e chiunque con le fiabe ci lavori per realizzarle e portarle al grande pubblico. I diversi artisti, ognuno nel loro campo, hanno parlato dei propri lavori e hanno attribuito l’ispirazione a quei racconti, quelle fiabe che ascoltavano da bambini e che ora raccontano a modo loro ai nuovi bambini.
In serata si è arrivati finalmente a vedere e sentire le fiabe in forma compiuta con spettacoli teatrali e musicali che hanno sublimato il semplice momento della narrazione, così come da tradizione avviene nel momento di far addormentare i bambini, trasformandolo in un momento altamente artistico.
Oggi, per la seconda e ultima giornata del Festival, si uniranno i due fruitori principali delle fiabe: i bambini, che potranno partecipare a laboratori interattivi per vivere a pieno le storie che fino a ora hanno sempre e solo ascoltato, e i sognatori, che in serata potranno ascoltare la favola musicale più famosa esistente, Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, e poter fare un viaggio con la musica e la fantasia.
“Le fiabe hanno le gambe lunghe” è una frase di Italo Calvino, usata in questo Festival per dare il nome al congresso introduttivo, che sottolinea la qualità migliore delle fiabe: viaggiano velocemente e con facilità in tutto il mondo per farci sentire tutti bambini e più uniti.