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Lazzano in mostra permanente alla Stazione Marittima di Salerno

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Lazzano in mostra permanente alla Stazione Marittima di Salerno

Angelo Lazzano raccoglie le sue esperienze lavorative e artistiche per allestire la sua prima mostra permanente nella Stazione Marittima di Salerno 

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Quelli di Angelo Lazzano sono anni di ricerca, una continua ricerca che parte dal proprio intimo per raccontarsi agli altri attraverso gli stili e i linguaggi che ci accomunano.

L’arte per Lazzano non è tecnica, ma condivisione. Non si esaurisce nel compimento dell’opera, ma come un taccuino continua a raccogliere appunti sulla realtà che muta, sulle relazioni umane e sulle ragioni dell’arte stessa.

Esploratore e provocatorio, basti pensare alla sua serie dal nome CessArt (clicca Qui), Angelo Lazzano crea una nuova serialità con I Ritratti Dedicati, riportando su un materiale economico l’icona di amiche e amici che popolano l’affollata pagina Facebook dell’artista salernitano.

Una sorta di salotto pieno di immagini, che sono volti a cui si associa spesso una relazione di qualsiasi natura, in cui dialogare fino a trasformarlo da virtuale a fisico. Non rimane infatti un tentativo artistico, un’idea, ma diventa realmente un luogo d’incontro in cui le immagini virtuali sono adesso l’occasione per incontrare Angelo Lazzano, ricomponendo così quei rapporti umani troppo labili, sebbene fin troppo diffusi, sui social network.

Arrivare alla Stazione Marittima, opera di Zaha Hadid, significa per Lazzano associare alla nuova serie anche la sua professione di architetto per interni.

I colori, la funzionalità, il “minimalismo” e la corrispondenza di figure e forme si sommano all’antologia di ritratti dedicati che racchiudono l’ultima fase creativa dell’artista.

La mostra permanente nella Stazione Marittima, aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00, rappresenta la possibilità di auto- raccontarsi, e Lazzano in realtà desidera spesso auto-celebrarsi, tra la metodologia della disciplina acquista nella sua professione, e la creatività, spesso ironica e confusionaria, che lo inserisce in un discorso seriale: l’idea artistica si fa azione, poi si trasmette nella condivisione e si conclude. 

Un ciclo “vitale” dell’oggetto artistico, che vive momenti di massima espressione arrivando ad esaurirsi così come le mode.

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