La partita tra L’Aquila e Salernitana rappresenta, per la maggior parte dei tifosi granata, uno dei tanti ostacoli che si interpongono sul cammino che porta alla vittoria finale del campionato, mentre per Carmine Giannattasio, storico cameraman salernitano e grandissimo tifoso del cavalluccio, assume un sapore particolarissimo.

Carmine, perchè questa partita non è per te come tutte le altre?   

Il motivo è molto semplice in quanto ho seguito da vicino e per molto tempo, addirittura mesi, la grandissima tragedia del terremoto che ha colpito questa popolazione. Ho girato per conto della Rai tantissime ore di filmati, cogliendo l’intera drammaticità dell’evento sismico, cogliendo gli attimi di terrore e di sgomento, ma soprattutto la reazione di gente che intendeva a tutti i costi riprendere una vita normale.

Cosa ti è rimasto in particolare impresso nella mente e nel cuore?

Quello che non dimenticherò mai è la grande dignità nel dolore del popolo abruzzese, che pur segnata nel fisico e nello spirito, non ha mai smesso di guardare al futuro con rinnovato ottimismo, la determinazione sul volto di vecchi e bambini, mista alla speranza che si potesse lenire il dolore solo con la forza di chi ama la vita.

Ritornare a distanza di tempo, questa volta però in veste di semplice tifoso di calcio, quali sensazioni ti rinnova?

Pensare di sedere sulle gradinate dello stadio laddove, in quella fatidica sciagura, molte famiglie hanno trovato un rifugio provvisorio e provvidenziale anche se attraverso l’allestimento di baraccopoli, è sicuramente molto emozionante, ma soprattutto ritornare in una città in cui ho vissuto uno spaccato importante della mia vita. La mia gioia sarà doppia con una vittoria della tanto amata Salernitana ed un ritorno al sorriso di un popolo che ha tanto sofferto, ma con la speranza che calcisticamente possa gioire dalla partita successiva.