Lacio drom è un brano dei Litfiba, settima traccia dall’album Spirito, pubblicato nel novembre del 1994: un disco, in cui la band fiorentina sembra puntare maggiormente alla contaminazione con influenze etniche. Si tratta, dunque, di suoni nuovi, meno aggressivi rispetto ai precedenti album, ma, comunque, perfettamente uniti al rock più classico. Inoltre i Litfiba, in Spirito, non perdono la loro verve critica, sia politica che sociale, e sprigionano, come nei lavori precedenti, energia, talvolta malinconia, voglia di libertà e di migliorare il presente:
La strada dove finisce / Senza piedi userò le mani mani / Fino alla pista che non esiste / La cavalcherò sui venti e gli uragani
Regina di periferia / Con gli occhi della rabbia e dell’arcobaleno / Che non conoscono la destinazione / E che mi dicono buon viaggio lacio drom
Andando nel particolare della canzone, occorre rilevare come il titolo abbia già un preciso significato: “lacio drom” infatti significa “buon viaggio” in lingua romanes, cioè l’idioma del popolo Rom. Il testo del brano ci parla, appunto, di un viaggio immaginario, come se si volesse andare alla ricerca di un posto che, concretamente, non si sa dove sia:
La strada che non ha strisce / Sarà la rotta sotto questa luna / Coi suoi problemi e coi suoi compromessi / E che ogni volta non ritrovi mai la stessa
Ti porterò nei posti dove c’è del buon vino / E festa festa fino a mattina / Sirena con due occhi grandi come la fame / Balla balla e poi lasciami qui
Sembra quasi che i Litfiba vogliano comunicarci tutta la loro fascinazione per quelli che sono i luoghi periferici, le zone di confine che, inevitabilmente, diventano anche i luoghi dell’indistinto e della coincidenza degli opposti:
La strada che non finisce mai / Senza piedi userò le mie mani / E tutta l’arte di un equilibrista / Per trovare un altro mondo / Per noi due… Noi due
E faccia faccia con la porta della paura / Senza lacci senza cintura / Sirena con due occhi grandi come la fame / Guarda guarda io sono quaggiù
Ti porterò nei posti dove c’è del buon vino / E festa festa fino a mattina / Sirena con due occhi grandi come la fame / Balla balla e poi lasciami qui
Probabilmente la suggestione di fondo che ha dato vita al pezzo è dettata, come già per il titolo, dalla vita nomade, dalla cultura Rom; anche perché Lacio drom non è l’unico brano dedicato a questo mondo da parte della band fiorentina; infatti nel loro repertorio vi è anche la canzone Tziganata, pubblicata per la prima volta nell’album Desaparecido del 1985.
Per cercare di essere quanto più precisi nella nostra analisi musicale abbiamo avuto modo di contattare Raimondo Genco, voce degli Eroi Nel Vento, una tra le maggiori tribute band dei Litfiba, per sentire la sua opinione riguardo al brano in questione: “Lacio drom è un augurio di buon viaggio, di buon cammino: un cammino nella vita con una musica al tuo fianco che sembra veramente accompagnarti on the road quando l’ascolti. Personalmente adoro questo pezzo e mi diverto tantissimo, ogni volta, nel reinterpretarlo. Diciamo che ti mette di buon umore sia cantarlo che vedere la gente saltare e ballare sulle sue note. Apoteosi per “i posti dove c’è del buon vino e festa fino al mattino”: il verso del ritornello è un’esplosione di gioia e rievoca paesaggi bucolici caratterizzati dal calore della festa e del vino”.
Insomma – conclude Raimondo – augurare buon viaggio e buona sorte a tutti ti fa sentire bene; la canzone è veramente la colonna sonora ottima per il viaggio della vita, quindi lacio drom a tutti e W Litfiba!”