Laboratorio 20 propone un confronto aperto tra imprenditori, sindacati e università chiamati a discutere sul tema “Il lavoro a Salerno. La crisi… le proposte”
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Laboratorio 20 ha organizzato ieri, presso il salone delle conferenze della CGIL a Salerno, in collaborazione con altre realtà cittadine impegnate nel sociale, un incontro per discutere temi difficili e tristemente attuali: il lavoro, lo sviluppo, le prospettive di rilancio dell’economia cittadina e provinciale. Il format scelto, già sperimentato con successo in passato, è quello della “tavola rotonda” – poiché consente di condurre una riflessione al di fuori della rigidità dei dibattiti e uno scambio di vedute dinamico e produttivo.
Moderati dal direttore del quotidiano La città Enzo D’Antona, intervengono: il segretario provinciale CGIL Maria Di Serio, Gianpaolo Lambiase dell’associazione Laboratorio 20, il segretario regionale CGIL Franco Tavella, il presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro, il presidente dell’autorità portuale Andrea Annunziata, Roberto Parente (docente dell’Università di Salerno) e Franco Picarone, assessore del Comune di Salerno.
Apre il confronto Maria Di Serio, la quale sottolinea quanto l’analisi dei dati Istat dia l’idea della complessità dell’attuale situazione rispetto al lavoro e al tasso di occupazione nella nostra provincia. Occorre chiedersi se e in che modo sia possibile favorire il rilancio dell’occupazione nei nostri territori.
A questo punto, lascia la parola a Gianpaolo Lambiase dell’associazione Laboratorio 20, che spiega come l’iniziativa promossa dalla CGIL si inscriva in un ciclo di eventi volti alla creazione di una rete di movimenti di associazioni a Salerno, per approfondire temi importanti da mettere a disposizione dei cittadini e delle forze politiche. Sottolinea la gravità del quadro occupazionale tra Salerno e provincia, in cui si calcola quasi il doppio del tasso di disoccupazione presente al Nord. “In questa situazione, che tocca in maniera particolare il Mezzogiorno, il Governo non sta garantendo un sostegno che contribuisca al miglioramento. È assente, inoltre, una pianificazione economica e territoriale che possa orientare le amministrazioni locali”.
A ciò si aggiunge la questione della Regione Campania, che ha dimostrato la sua totale incapacità rispetto alla spesa dei fondi europei. Tra le attività principali per favorire l’incremento dello sviluppo rientrano il risanamento ambientale e il risparmio energetico, le quali diventano precondizioni per la creazione di nuova occupazione. L’imprenditoria locale, d’altra parte, non è in grado di sviluppare progetti concorrenziali e manca un supporto agli imprenditori di un sistema di infrastrutture. L’università, in rari casi, si attiva nella ricerca per costruire, anche sul territorio, una crescita economica.
“Un’altra piaga sono i nostri amministratori, impegnati più nella gestione della cosa pubblica per la ricerca del consenso elettorale che nel risanare una situazione di crisi generale”. Una delle proposte avanzate da Lambiase riguarda un progetto coordinato di potenziamento dei servizi di trasporto pubblico e dell’attività portuale.
Interviene il moderatore Enzo D’Antona, che esordisce affermando: “Salerno non riesce a diventare la capitale del suo territorio in quanto soffre di isolamento”. È necessario creare una leadership culturale, prima ancora che economica. Richiama poi l’attenzione su un dato allarmante: “Registriamo che circa il 40% dei giovani al Sud non studia e non lavora“.
Si rivolge quindi al presidente Annunziata, riguardo la questione del porto di Salerno, chiedendo se la città in questo momento tradisca la natura del suo porto commerciale. “Siamo il primo porto italiano nell’esportazione di autovetture e, al di là delle virtù degli imprenditori e delle autorità portuali, disponiamo di una classe di lavoratori altamente specializzati. In più c’è la nuova possibilità del polo crocieristico“. Da un paio d’anni l’attività portuale registra un buon livello di crescita.
Infine, sottolinea come, laddove viene garantito il funzionamento delle infrastrutture, c’è sviluppo economico. Una delle grandi opportunità di crescita proviene dall’Europa: i fondi 2014-2020 da investire nei trasporti e nell’innovazione tecnologica.
E la crisi delle aziende? Risponde Mauro Maccauro. “Il fallimento delle imprese è un fenomeno che, ovviamente, assume una portata nazionale e non esclusivamente locale. Quotidianamente Confindustria Salerno si impegna nel favorire l’internazionalizzazione del mercato delle piccole e medie imprese”. Il problema consiste nel far ripartire la domanda interna, e dall’altro lato fare in modo che la regione Campania ponga al centro la questione della politica industriale.
L’università? Diamo la parola a Roberto Parente. “Che ruolo può avere l’università nel rilancio del territorio? Un ruolo che non riguarda più esclusivamente la formazione, ma che si rivolge anche alla ricerca e alla terza missione che consiste in un maggiore impegno rispetto al trasferimento di nuovi saperi e competenze nel territorio.” Bisogna esser capaci di mettere insieme tre attori ovvero l’università, l’impresa e la pubblica amministrazione nel tentativo di creare un percorso di sinergia con il mondo del lavoro.
L’università riforma l’offerta formativa cercando di guardare alle esigenze richieste dal territorio e dal mondo delle imprese. Interviene Franco Tavella: “ci troviamo dinnanzi ad un aumento eccessivo della precarietà del lavoro da un lato, dall’altra parte siamo stati schiacciati da una politica del rigore che abbiamo subito a causa del primato esercitato dalla Germania”. Egli propone di realizzare una maggiore coesione all’interno del territorio ed interconnessione tra le realtà provinciali, regionali e del mezzogiorno. La linea seguita dalla politica nazionale nel discutere il problema dei licenziamenti collettivi, sembra porsi in controtendenza rispetto alla necessità di creare occupazione.
Chiude il dibattito Franco Picarone, che si pone in aperta polemica rispetto all’intervento di Tavella, e al rimprovero della mancanza di una connessione del territorio salernitano con le altre realtà, provinciali e regionali. Ricorda che prima dell’arrivo dell’amministrazione Caldoro era stata creata una rete d’area vasta, con l’obiettivo d’investire fruttuosamente i fondi europei. Bisogna, dunque, auspicare al cambiamento della politica a livello regionale e sovracomunale.
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