Dopo la tappa a Pechino, A ZONzo torna nel Cilento e arriva a Licusati. Un paese ricco di storia e personaggi illustri legato, nel suo sviluppo storico e sociale, alla dimensione religiosa, che è stata la guida nel passaggio dal culto greco all’Ordine dei Vocazionisti
[ads2] Un’area ormai quasi completamente abbandonata, divorata e offuscata dal predominio della Natura, da dove è possibile respirare qualcosa del passato, basta soffermare lo sguardo sui casali abbandonati, che raccontano qualcosa dei nostri antenati. Dopo 10 anni ritorno nel mio castagneto, chiamato località La Serra; “chissà quale origine etimologico o significato comunemente attribuito possa avere!“. Questo castagneto, che ho ereditato, è legato a un momento storico del passato, di cui ha preso parte il mio bisnonno: l’emigrazione del ‘900 che ha coinvolto numerose famiglie di Licusati. Famiglie povere e in difficoltà, possedendo pochi terreni e stanchi di lavorare per chi aveva terreni più grandi e produttivi, lasciano l’amato paese e raggiungono l’America o la Germania. Ritornano per estendere le loro proprietà, offrire lavoro e sostentamento ai figli educandoli all’agricoltura, al pascolo, alla lavorazione delle libane per la pesca. Si forma così una cucina tipica, pensata e basata sui prodotti locali: il maiale, i pomodori fatti in casa, l’essiccazione di frutta e ortaggi, latte e formaggi, il grano per pasta e pane, e soprattutto l’olio, per la conformazione del territorio e per la numerosa presenza di frantoi, anche del passato. Questa è la storia economica e sociale di Licusati più vicina a noi, che lega i nostri nonni alle famiglie nobili del paese, di cui è possibile incontrare gli eredi: i Parlati, nome ancora legato all’azienda agricola di vino e olio, i Gallo, noti per le proprietà in Brasile (in particolare del caffè), i Ragucci, ricordati come austeri intellettuali della medicina, e i Crocco, a cui ZerOttoNove ha già dedicato uno speciale (lo trovi QUI).
Licusati presenta una storia complessa e interessante, in cui si mescola fantasia e verità storica. Due diverse storie si riconoscono come alla base della nascita di questo caratteristico centro abitato. La prima trova l’origine nella località A riosi, a nord est, abitata da I riosi, situati su un’altura molto elevata. La seconda origine è legata al castello di Montelmo: castello che affaccia sul fiume Mingardo, in cui trovarono riparo numerose famiglie di pastori. Di fatto si trova una maggiore documentazione storica di li Cusati come nucleo abitativo legato al cenobio di San Pietro, che oggi si trova nel cimitero comunale del paese.
Il cenobio di San Pietro, fondato dai Basiliani nel IV secolo, solo successivamente monastero bizantino (dopo il 968), passa poi ai Premonstratensi nel X secolo. I canonici regolari premonstratensi sono sacerdoti che seguono tanto la vita contemplativa quanto l’esercizio del sacro ministero. Nel caso di Licusati, in riferimento a San Pietro, in origine era una lavra (grotte, cavità, alberi), in cui la vita era prevalentemente appartata e dedita al culto religioso, organizzata in edicole, dove si riunivano i romìti (anacoreti: eremiti che cercavano riparo sicuro dove professare il culto), per ascoltare i diptica (precetti) degli abbà (abate). Una lavra, infine, si può identificare anche come la comunità di anacoreti organizzati intorno all’edicola di San Pietro, che lontani dal centro del paese, potevano condurre una vita di preghiera. Il cenobio di San Pietro ritorna ai basiliani XVII e XVIII secolo, quando i Basiliani Italiani diventano un Ordine monastico “latino”. Il mondo greco, portato a li Cusati, va man mano sostituito con una visione più latina della società. Prima della Guerra dei Vespri, Licusati è stata una provincia di confine tra la Calabria greco-bizantina e il Principato longobardo di Salerno. Fu conquistato poi dai Normanni sotto la guida di Roberto il Guisguardo (1077), assorbendolo nel Ducato di Puglia, con Salerno come Capitale. Licusati faceva parte anche del distretto amministrativo civile di Policastro, diocesi che era stata riorganizzata sotto il metropolita di Salerno, ma il vescovo non aveva nessun potere sul paese, per la sua impostazione greca.
Un altro importante momento storico e politico per Licusati è rappresentato dal passaggio, diventato poi una sorta di “soggiorno”, di Gioacchino Murat, il quale portò gli ideali conquistati dalla Rivoluzione Francese, promuovendo nascita del comune nel 1808, poi assorbito da Camerota (puoi leggere l’articolo QUI) nel periodo fascista. Partecipa attivamente anche Licusati ai moti rivoluzionari del Cilento del 1828, animati e guidati dal Canonico Antonio Maria De Luca di Celle di Bulgheria (commemorato lo scorso 24 ottobre, QUI).
Per chi arriva la prima volta a Licusati potrebbe ricostruirne la storia anche solo attraverso le vie che incontra, dedicate sia ai personaggi che agli eventi storici, ad esempio: via Sant’Antonio, Fantino, via Santa Caterina, piazza San Marco, via Cav. Gallo, via Amedeo Saturno, via Gioacchino Murat, via dei Basiliani, via Marabisi, via Soprana, ecc… Il paese è strutturato in tante ramificate strade che ricostruiscono la storia religiosa, delle grandi famiglie e dei personaggi illustri, della struttura urbanistica del passato.
Tornando alla storia, se da una parte c’erano i cenobi intorno San Pietro, basati su un’economia riflesso della religione, dall’altra chi aveva occupato la zona definita A riosi, con l’attacco dei Saraceni, fu costretto ad allontanarsi e a ristabilire un nuovo centro di aggregazione. Si organizzarono intorno all’edicola di San Marco, anche se successivamente fu conquistata dai cenobiti. Molto radicato è il culto di sant’Antonio abate, di cui troviamo una statua nella chiesa madre di Licusati, in piazza San Marco, appunto. Partendo dalla piazza è davvero suggestivo osservare la forma del paese, diviso in tre zone principali: ‘Orcarelli (dove abitavano gli allevatori di suini), Marabisi (riferito agli allevatori di buoi) e infine Mandracchio (dove si stabilivano i pastori). Ancora oggi questi luoghi vengono chiamati così dagli abitanti di Licusati, ricordando il passato.
Prima di terminare il percorso di A ZONzo è giusto mettere in evidenza la carica spirituale di Licusati, che ha chiari fondamenti storici e sociali come finora abbiamo detto, ma che è continuata in maniera esemplare. Non solo l’importantissima esperienza umana, sociale e religiosa dell’Azione Cattolica guidata dalle attente sorelle Crocco (Pina, Elena e Antonella), ma anche il noto rapporto epistolare e di grande stima tra il Beato Giustino Russolillo e Maria Teresa Cavaliere Abbate (meglio conosciuto come zia Teresina a’ sarta), donna molto rispettata e vigile, un soldato la definiscono, con una spiccata Fede.
Don Giustino Russolillo, da Pianura (Napoli), ha attraversato le strade di Licusati e ha conosciuto concretamente le famiglie, ma soprattutto ha portato l’Ordine dei Vocazionisti, che ancora oggi rappresenta un comune punto di riferimento, che ha curato l’educazione di diverse generazioni. Interessate alla disciplina, allo studio, ai mestieri e all’aggregazione, le suore vocazioniste sono le guide più vicine e rassicuranti delle famiglie, e portano avanti un grande progetto di vita religiosa. La novità più bella dell’Ordine è stata l’apertura nei confronti delle donne, dando alla chiesa un volto femminile e materno, che ha davvero formato, a livello completo, molte madri della comunità.
La scuola di ricamo infatti, è stata sempre coltivata dalla severissima suor Maria, di cui tutti ricorderanno la sua immagine statica accanto al vetro del balcone che, con la gobba, passava le sue giornate a ricamare con le sue allieve. I mestieri, i saperi concreti, l’esperienza nei campi e nelle case in cui toccava assistere anche alla macellazione del maiale, la stagionatura delle soppressate, il pascolo, la vita nei campi, i prodotti ‘paesani’: sono ancora oggi, l’economia più reale e nobile del paese. La dimensione religiosa invece è l’ossatura di Licusati, che crolla in uno stato di disgregazione quando viene a mancare la solida guida di un sacerdote, una figura spirituale, perché tutto ciò che è nato e porta risultati belli a Licusati, è quasi sempre legato e condizionato dal volere e dal supporto morale e materiale di un parroco attento e affezionato. Sta vivendo un nuovo periodo, perché dietro il nuovo volto di don Antonio Toriello, i fedeli (che s’identificano quasi completamente con gli abitanti), sperano in una nuova storia, che fa del tessuto sociale il riflesso di una solida comunità cristiana, diffusa su tutto il territorio, in ogni angolo del paese, nelle singole case. Il culto di Maria è un altro elemento fondativo del paese, molto sentito nel territorio comunale; a Licusati si festeggia la Madonna dell’Annunziata il 18 maggio e l’8 settembre, a cui è stato dedicato il santuario nella parte alta del paese.
Infine, si può trovare il senso d’orientamento per muoversi nel paese partendo dal centro, che coincide con la chiesa di San Marco Evangelista, vero cuore pulsante della comunità cusitana.
Fonti
. http://raffaelegalato.wordpress.com/toponomastica-cusitana/
. http://it.wikipedia.org/wiki/Licusati
. Temi per una Storia di Licusati, testi di Amedeo La Greca – Antonio Capano – Domenico Chieffallo – Gerardo Chirichiello, (Edizioni del Centro di promozione per il Cilento, Acciaroli, 2013)