Oggi all’Unisa l’incontro per la presentazione del libro La sinistra che vota Grillo di De Santis. Tra gli ospiti: il Sindaco di Bari Michele Emiliano.
La sinistra che vota Grillo, libro bestseller di Domenico De Santis scritto dopo “l’incazzatura” per le elezioni perse dalla sinistra, edito da Caratterimobili, è stato presentato stamattina, 18 febbraio, all’Università degli Studi di Salerno.
Dopo le presentazioni degli ospiti di Giuseppe Stile, moderatore dell’evento, Antonio Santoro del Consiglio Universitario Nazionale invita a leggere il libro La sinistra che vota Grillo perché – come lui lo definisce – è una “piacevole lettura di una spiacevole vicenda della politica e della società italiana”. Oltre a parlare di politica, infatti, Domenico De Santis offre uno spaccato dell’Italia a 360 gradi attraverso le voci di chi, dando fiducia al Movimento 5 Stelle, sfoga la propria rabbia dando “il proprio voto al nuovo“, a qualcuno che rappresenta, oltre i vecchi schemi della politica, una speranza.
Per il professore del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Domenico Fruncillo, nonostante il titolo del libro, La sinistra che vota Grillo, sia un po’ fuorviante, sostiene che è una lettura piacevole perché è “una sorta di lavoro etnografico” estremamente utile, ossia “una specie di diario di viaggio di un antropologo”. Il contributo politico e politologico dell’autore fa emergere una serie di risentimenti nei confronti di una classe politica che disattende speranze e ambizioni dei cittadini.
Analizzano i cambiamenti dei flussi elettorali, Fruncillo fa notare che ad un certo punto il riconoscimento dei cittadini nei partiti sparisce perché la società cambia e la gente vota diversamente. L’elemento che cambia tutto è “l’irruzione nell’arena politica del Movimento 5 Stelle“. Il voto ai 5 Stelle, raccogliendo diciottenni, sessantottini, laureati, abitanti del centro e del mezzogiorno, studenti e non occupati fa diventare il movimento un “bacino elettorale” con cui la sinistra deve fare i conti.
A proposito di destra e di sinistra, in qualità di neopresidente dell’ADISU molto vicino agli studenti, Domenico Apicella, raccogliendo il sentire comune delle persone “né da uomo di destra, né da uomo di sinistra, ma da uomo di strada“, sostiene che il voto di Grillo è riuscito a raccogliere i voti da entrambe le parti.
Domenico De Santis, presentando il suo libro La sinistra che vota Grillo, spiega che Beppe Grillo è passato da zero voti al consenso elettorale. Alla domanda retorica “Perché riesce a costruire un consenso fuori da ogni logica politica?“, il giovane autore risponde con una voce ferma e consapevole: “Perché è cambiata la politica, il sistema sociale e le organizzazioni sindacali“. Il problema che emerge è quello della rappresentanza, ossia la rottura – da Tangentopoli in poi – tra i cittadini e la politica.
La sinistra che vota Grillo diventa quindi il tentativo di “dar voce a chi nella politica italiana non ha voce“. Il voto al Movimento 5 Stelle è però molto variegato perchè non è solo di protesta; dello spostamento di milioni di voti è infatti responsabile per demerito la sinistra, che non ha saputo cogliere il cambiamento in atto in Italia.
La rottura profonda tra cittadini e politici consente il riconoscimento dei votanti in Grillo, piuttosto che nei soliti noti. Seguendo Grillo, l’invito di Domenico De Santis e del suo La sinistra che vota Grillo è questo: “la politica deve tornare a parlare con le parole della gente“.
L’autore presenta al pubblico il Sindaco di Bari Michele Emiliano. A Bari, considerata una città di destra, dieci anni fa si rompe il consolidamento dei voti stabili con il voto ad una persona per quello che vuole fare; Michele Emiliano, infatti, nel 2004 stravince le elezioni. Chiudendo l’intervento con “non è il caso di ricostruire la sinistra a partire da chi si è misurato con i problemi giorno per giorno, cioè i sindaci?“, Domenico De Santis lascia la parola al suo Sindaco.
Protagonista insieme al governatore della Puglia Nichi Vendola di quella che è stata definita “la primavera pugliese” Michele Emiliano, a partire dal suo ruolo di sostituto procurato nella Direzione Distrettuale Antimafia, racconta del suo impegno nel lavoro per il pubblico e invoglia gli studenti dicendo che “qualsiasi lavoro si può fare al massimo livello“.
La sua amata città era governata male e, pieno di rabbia, Emiliano accetta la candidatura alle elezioni di Bari, nei panni del “fesso di turno” e “la cavia da macello” contro la destra facendo nel 2003 una “cosa molto grillina“. Mettendosi in aspettativa, perchè sentiva molto la contraddizione tra candidatura e professione, comincia la campagna elettorale da solo, senza le primarie del PD e nonostante la “carriera limpida” da magistrato.
Il suo “gesto vero senza paracadute” fa capire a tutti che attraverso onestà, verità, credibilità e coerenza può succedere l’impossibile. Nel caso di Michele Emiliano, è accaduto veramente l’impossibile con la sua vittoria alle elezioni.
Parlando del rigore vero e non formalista, il Sindaco invita gli studenti a fare di questo la “vera chiave di volta di qualsiasi mestiere“. Definendo, inoltre, La sinistra che vota Grillo di Domenico De Santis “un viaggio dentro se stesso“, conclude dicendo che la politica, per lui e per il giovane autore non è distinguibile dalla vita.
La parola passa infine agli studenti, e nelle loro domande essi mostrano di avere desiderio, passione e voglia di capire, qualità che, nel suo intervento, Michele Emiliano ha definito “la fata della casa dell’Unisa“.