Era cominciata nel peggiore dei modi la sfida del Penzo, valida per una stagione intera: la Salernitana era sotto e con un uomo in meno. Ma ancora una volta i granata hanno dimostrato tanta forza di volontà, e con un condottiero come Menichini nulla è impossibile
Nel 2016 il tecnico Leonardo Menichini approdava alla Salernitana, relegata ormai in bassa classifica, e destinata alla retrocessione. L’allenatore di Posnacco raccolse la pesante eredità di Torrente, che aveva conquistato solo 23 punti in 24 gare. La posta in palio era altissima, ma a Menichini piacciono le sfide, e si vede. Risollevata, la squadra andò a giocare i playout con il Lanciano, e né uscì vincitrice.
9 giugno 2019, ancora una volta la Salernitana si è ritrovata nella medesima tragica situazione (dopo svariati ricorsi e ritardi); ma i granata potevano contare sempre sulla stessa persona, sullo stesso allenatore, sullo stesso maestro. Si, perchè anche questa volta Leonardo Menichini ha preso le redini di una squadra completamente abbandanota a sé stessa, e con un destino ormai scritto. Nel malessere generale che ricopriva l’intera piazza salernitana, il mister ha ridato fiducia e vitalità a dei giocatori rassegnati dal crudele destino. L’incubo playout era ormai vicino, e mai come quest’anno, il solo pensiero della retrocessione avrebbe trafitto il cuore di migliaia di tifosi, intrepidi di festeggiare il tanto atteso centenario.
Nella calcio, come nella vita però, mai dire mai. Anche il più piccolo spiraglio di speranza è necessario per poter sopravvivere, e continuare ad andare avanti a testa alta. Nonostante la partita sia cominciata nel peggiore dei modi, con la Salernitana sotto per 1-0 e con un uomo in meno (Minala espulso per una gomitata), il mister non ha mai dato segni di cedimento, è sempre rimasto vigile sull’andamento della gara. I 120′ minuti che più hanno unito una piazza come quella di Salerno sono bastati a capire quanto sia importante avere in panchina un mister che, ancor prima di leggere le partite, sappia tirare fuori dall’animo dei suoi ragazzi la grinta e la fiducia necessaria per affrontare queste partite.
Ancora una volta grazia, Mister!