
Sono passati solo pochi giorni da un anniversario importante: il 9 maggio scorso erano passati esattamente 36 anni da due eventi che hanno segnato profondamente l’Italia, l’uccisione di Peppino Impastato e il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, in via Caetani a Roma
Purtroppo pare proprio che la lezione di giustizia, di lotta e di libertà portata da queste due personalità della nostra storia recente sia un qualcosa che torni alla mente solo quando si avvicinano tali “ricorrenze”; nel resto dell’anno l’Italia altro non è che un Paese che cade, continuamente, negli stessi errori (e orrori) e negli stessi meccanismi perversi e corrotti.
Gli esempi in tal senso non mancano e, quotidianamente, si viene a contatto con eventi del genere.
Infatti, solo pochi giorni fa, l’ex Senatore Marcello Dell’Utri è stato condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e, più precisamente, per aver avuto rapporti con la mafia palermitana, ininterrottamente, dal 1974 al 1992.
Proseguendo, si potrebbe citare Claudio Scajola: in prigione da pochissimi giorni, proprio da quel simbolico 9 maggio, con l’accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia condannato a cinque anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le vicissitudini legate alla giustizia di Claudio Scajola, Ministro della Repubblica per ben tre volte, affondano le radici in un passato piuttosto remoto, ma è ben lontana da noi la volontà di ripercorrere la “carriera” giudiziaria dell’ex Ministro.
Potremmo continuare con l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi che è stato condannato a otto anni di reclusione per essersi appropriato di oltre 25 milioni di euro di fondi destinati al partito, oppure con Salvatore Cuffaro, Governatore della Sicilia per otto anni, ora in carcere a Roma dal gennaio 2011 per scontare una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia.
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La vicenda di Cuffaro è quella che, probabilmente fa indignare di più, in quanto l’ex Governatore della Sicilia, nonostante la condanna per favoreggiamento alla mafia, riceve un vitalizio di circa 6 mila euro lordi al mese.
Infine vorremo chiudere con la classica ciliegina sulla torta: nel 2015 vi sarà a Milano il tanto atteso Expo2015 nel quale molti hanno riversato le proprie speranze per il rilancio dell’Italia; peccato che poche ore fa sia emerso il tentativo di pilotare gli appalti, per “affidarli a imprese di fiducia”, per la costruzione dei padiglioni del Paesi stranieri ospiti all’Expo2015.
In carcere sono finiti Gianstefano Frigerio, ex Parlamentare della DC, Primo Greganti, ex funzionario del PC, Luigi Grillo, ex Senatore di FI e del PdL, Sergio Cattozzo, membro della DC della Liguria e Angelo Paris, direttore Pianificazione e Acquisti di Expo2015.
A tutto questo potremmo opporre un semplice esempio di segno di totalmente opposto: qualche anno fa, negli Stati Uniti d’America, un deputato venne radiato dal mondo della politica a stelle e strisce per aver semplicemente “postato” su un social network alcune immagini di sé e della propria famiglia mentre si trovavano in vacanza. La motivazione? Il deputato in questione aveva dato un’immagine della classe politica americana non conforme da quanto previsto dal sistema politico di quel paese.
Certo questo è un esempio estremo, radicale, ma, sicuramente, è molto meglio che sorbirci continuamente i balletti giudiziari e mediatici dei politici nostrani: accusati, indagati, prosciolti, nuovamente accusati, sotto processo, assolti, condannati; il tutto mentre continuano a svolgere tranquillamente il proprio “lavoro”, con tutti i privilegi e vitalizi del caso.
Purtroppo le vicende politiche di casa nostra fanno inorridire nella maggior parte dei casi e, quasi, viene la voglia di adottare il rigidissimo sistema statunitense; in caso contrario, la notte buia dell’Italia sarà ancora lontanissima dal suo epilogo.