La Nostra Libertà affronta il problema della crisi del commercio e della produzione salernitana sostenendo la difesa dell’economia della nostra terra
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“La Nostra libertà” ha preso atto, stamattina, nelle sale del Polo Nautico di Salerno, dell’attuale situazione del territorio salernitano: attività che chiudono e un alto tasso di disoccupazione giovanile. In base a ciò ha deciso di discuterne con le categorie produttive e istituzionali, con l’intento di creare una collaborazione tra interesse pubblico e privato.
Introduce e modera il consigliere comunale e riferimento dell’associazione La Nostra Libertà Antonio Cammarota. Intervengono Sabatino Senatore, responsabile Città di Confcommercio, Enrico Bottiglieri, Presidente provinciale della Confesercenti, Sergio Casola, Presidente provinciale della Confederazione Nazionale Artigianato, Antonio Ilardi, Presidente provinciale della Compagnia delle Opere e vice presidente di Camera di Commercio e Mauro Maccauro, Presidente provinciale di Confindustria.
Apre il dibattito Antonio Cammarota ringraziando, in primo luogo, gli ospiti presenti che consentono di affrontare un problema fondamentale: il lavoro e in particolare il lavoro giovanile. “La crisi dell’economia salernitana è sotto gli occhi di tutti: saracinesche che si abbassano, imprese che falliscono, giovani che abbandonano la nostra terra. Secondo i dati chiude un’azienda al mese”.
La crisi economica è un problema che investe non solo il territorio salernitano, ma è anche vero che non bisogna aggiungere ad una difficoltà generalizzata l’incapacità di governare i processi pubblici di gestione dell’economia locale. Bisogna attuare una coraggiosa inversione di tendenza ovvero partire dalla tutela del nostro territorio. “Fare sistema” significa sfruttare le opportunità, valorizzare le eccellenze, il merito; fare sistema con le categorie produttive significa anche farle partecipare ai processi decisionali, ma non per privatizzare l’interesse pubblico. Tra le proposte avanzate per il commercio e le imprese a Salerno: determinare la possibilità di misure fiscali di vantaggio, creare un marchio di qualità di tutela e di promozione con iniziative mirate.
A questo punto la parola passa a Sabatino Senatore. “Salerno ha perso la sua identità, un tempo era una città sviluppata nel settore terziario e dell’industria. Abbiamo bisogno di un nuovo piano commerciale e di un osservatorio sul commercio“. Egli sottolinea la necessità di una collaborazione a favore della città e dei cittadini nel tentativo di rilanciare le piccole imprese e l’artigianato.
Interviene Enrico Bottiglieri. “Bisogna favorire, per incrementare il turismo e il commercio, l’accesso alla città“. La nostra città vive, purtroppo, di opere incompiute, eccezion fatta per il Parco Mercatello e il Parco Pinocchio. Non si riesce a superare la crisi se non rimette in moto la produzione industriale. La zona industriale, situata nella periferia della città, è una zona commerciale improduttiva e in decadenza. Negli ultimi quattro anni, da un punto di vista turistico, dopo la crisi generata dalla chiusura del Jolly Hotel, la città ha avuto una ripresa. L’auspicio consiste nel restituire la parola e l’azione ai cittadini salernitani.
“L’artigianato rappresenta l’identità e la tradizione di una terra – sostiene Sergio Casola – . Prima di essere il Presidente del CNA sono un artigiano”. L’artigianato rappresenta, nonostante la crisi, un settore costante all’interno del territorio. Questo non significa che l’artigiano non risenta del momento, ma è l’unico punto fermo rispetto a tutte quelle professionalità fuoriuscite dal mondo dell’industria. Casola si augura che le istituzioni inizino a credere e ad investire nel settore dell’artigianato e auspica di esercitare un impatto più forte anche nel mondo scolastico. Per quanto riguarda il territorio egli ringrazia l’amministrazione comunale che è stata “una manna dal cielo” per le attività promosse durante questi anni.
Continua la discussione Antonio Ilardi. “Salerno esiste unicamente in termini materiali, ma dinnanzi alle dinamiche economiche che oggi si registrano nel mondo, la città non è assolutamente nulla, in un paese che ha un debito pubblico altissimo e che non è più attrattivo”. Bisogna, dunque, rendersi conto delle proprie potenzialità, ma soprattutto dei propri limiti: un limite strutturale che caratterizza il territorio è il grado di litigiosità diffuso tra le forze politiche. Ilardi denuncia un utilizzo strumentale dell’economia da parte della politica che è ovviamente inaccettabile. Ogni occasione di crescita viene considerata occasione di scontro politico che non conduce a nessun risultato. Coesione sociale e trasformazione culturale divengono precondizioni di un reale progresso. “Abbiamo bisogno di più imprese e meno politica che controlla l’economia, più buona politica e capacità dei cittadini di essere protagonisti del proprio futuro”.
Rilanciare l’industria salernitana è, invece, il pensiero cardine di Mauro Maccauro. “Il fallimento delle imprese è un fenomeno che, ovviamente, assume una portata nazionale e non esclusivamente locale. Quotidianamente Confindustria Salerno si impegna nel favorire l’internazionalizzazione del mercato delle piccole e medie imprese”. Il problema consiste nel far ripartire la domanda interna e dall’altro lato fare in modo che la regione Campania ponga al centro la questione della politica industriale. La sfida dei prossimi anni per Salerno consiste nel tentare di diventare città-area vasta per garantirsi il diritto di combattere per ottenere risorse per il territorio.
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