Quello che colpisce maggiormente in un contesto così tragico, come la strage sul binario unico in Puglia, è la normalità. Non soltanto intesa come l’assuefazione ad ascoltare commenti che si ripetono come una nenia “strage che si poteva evitare”, “strumentazioni non manutenzionate”, “infrastrutture datate”. Per noi meridionali è la normalità
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Piuttosto la intendo come l’insieme di tutti quelle azioni che si continuano regolarmente a compiere mentre tutto intorno avviene l’ inferno. Penso alla normalità con cui nonna Donata con un ultimo abbraccio, quasi istintivo, ha protetto suo nipote Samuele, il bambino di 6 anni schiacciato tra piastre e sedili, ed alla normalità con cui lui guardava il video dei cartoni animati sul telefono del soccorritore, mentre gli tagliavano le lamiere tutto intorno, estraendolo vivo.
Penso alla cura maniacale con cui l’agricoltore, appoggiata la scala al fusto di ulivo, potava i rami e, mentre rinvigoriva e dava forma alla pianta col suo gesto quotidiano, veniva travolto dalle schegge di due locomotive.
Penso ai primi volontari arrivati sul luogo della tragedia che ad un certo punto, nel disfacimento generale hanno ordinato un minuto di silenzio con cui normalmente si ricordano le vittime, per provare a sentire gli affanni delle persone ferite, ancora in vita. Ed in quel minuto di silenzio, mentre tutto era inferno, avranno di sicuro sentito la consuetudine con cui i maschi delle cicale, nell’aperta campagna pugliese, al sole di luglio, con il loro canto stridente richiamano l’attenzione della femmina.
Penso alle tante ed ordinate persone che hanno riempito i centri trasfusionali pugliesi facendola sembrare una prassi consolidata.
Penso alla normalità di quella signora brizzolata, illesa miracolosamente, senza nemmeno un graffio, che, con calma e pazienza ed ancora tutta imbellettata, aspettava di scendere dal predellino di uno dei pochi vagoni rimasti integri, come fosse stata alla stazione di arrivo, con il suo treno pendolare carico di studenti, migranti, agricoltori, nonne.
Tutta gente normale.
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