La mia terra violentata
Editoriale a cura di Danilo Iammancino
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Quella del 18 settembre sarà sicuramente una delle mattine più brutte della mia vita. Sono arrivato a Baronissi circa 24 anni fa, crescendo in questa splendida vallata ed è inutile negarvi che sono fortemente affezionato alle bellezze naturalistiche che abbelliscono questo splendido territorio.
Questa mattina, però, un nodo allo stomaco si attorcigliava maledettamente dentro di me. Il motivo era nello spettacolo che mi si era presentato davanti agli occhi.
Ettari e ettari di montagna violentati dalla furia di una razza, quella umana, che vira dritta e con forza verso la sua inesorabile autodistruzione.
Nel vedere tutto ciò affiorano indissolubilmente dentro di me diversi pensieri.
Rabbia come quella che risale dritta nella mente di qualsiasi persona per bene che sente sua questa terra.
Danni inimmaginabili come quelli causati dall’incendio boschivo in una delle località più care del territorio irnino.
Incredulità come quella che proveremmo nel sapere che anni e anni di violenza subita dalle nostre montagne non avranno un nome e un’identità.
Apprensione come quella che avremmo per l’immenso patrimonio naturalistico che la Valle dell’Irno custodisce da secoli a beneficio della nostra salute fisica e mentale.
Per fortuna l’ottimo lavoro della “Forestale” e della Protezione Civile hanno prontamente circoscritto le fiamme e rafforzato la vigilanza per prevenire, fin dove sarà possibile, ulteriori tentativi di incendi dolosi.
Il fuoco mostra nelle foreste e nei boschi, e in numerose località del mondo, una presenza ricorrente anno dopo anno, con un’intensità devastatrice in continua ascesa.
Oggi non vi è paesaggio naturale e vegetale che non sia stato modellato più o meno intensamente dal fuoco. I vasti e frequenti incendi forestali degli ultimi anni, uniti alla irregolarità delle precipitazioni, possono aggravare i rischi di desertificazione. Tale pericolo è presente in tutta la parte Sud dell’area mediterranea e incomincia a interessare anche la parte Nord e a preoccupare seriamente gli organismi internazionali, poiché minaccia i programmi di riforestazione e di utilizzazione delle risorse forestali.
La statistica delle cause è purtroppo molto meno completa di quella dei sinistri. Per questi motivi, la questione delle cause non può essere chiarita con dati certi e documentati e richiede un’analisi profonda e molto allargata delle possibili motivazioni degli incendiari, per conoscere l’origine del fenomeno.
Cosa effettivamente si conosce dei boschi e delle montagne? Sia la causa dell’incendio dolosa, colposa, naturale: a cosa andiamo incontro con questi incendi? Quali proprietà benefiche ci vengono sottratte?
Un bosco è un’estensione di terreno coperta da alberi e arbusti selvatici. Non solo, è un sistema di relazioni fra animali e vegetazione, che ha la grandiosa capacità di prendere l’ energia dal sole e gli elementi semplici presenti nell’aria e nel terreno per fornirci l’ossigeno che respiriamo e il cibo di cui ci nutriamo.
I boschi non solo sono un insieme di piante e animali, o una fabbrica di ossigeno, ma molto di più!
Le radici degli alberi e il terreno assorbono e filtrano l’acqua piovana che viene, poi, rilasciata gradualmente, dopo essere stata purificata. Il bosco, poi, assorbe anidride carbonica e alcuni agenti inquinanti dell’atmosfera rilasciando, in cambio, l’ossigeno. Nei boschi, grazie alle foglie che cadono e si trasformano prima in lettiera poi in humus, il terreno viene mantenuto fertile.
Questo permette alla foresta di autosostenersi e continuare a offrire legno, frutti, funghi, ma anche sentieri, scorci panoramici per i turisti e aree ricreative per la famiglie.
Perché i boschi si mantengano sani e possano continuare a svolgere tutte le loro funzioni vitali è necessario rispettarli.
Solo in questo modo il bosco è in grado di difendersi da situazioni di degrado e impoverimento, dalla diffusione di malattie, dai danni dell’inquinamento e dagli incendi.
Andiamo alle conclusioni. Quali sono gli effetti di un incendio boschivo? In poche ore un incendio può distruggere un bosco che ha impiegato anche secoli a formarsi. Dopo il passaggio del fuoco, i tronchi degli alberi che sopravvivono sono spogli, anneriti e scheletrici. Il suolo perde gran parte delle sue sostanze nutritive che si trasformano in cenere. Pian piano, la pioggia e il vento completeranno quest’azione d’impoverimento portando via il terreno che non potrà più fornire sostegno agli alberi né filtrare l’acqua. Dopo un incendio, l’aria non sarà più pura, ma ricca di anidride carbonica che non potrà più essere assorbita dalle piante del bosco.
Anche se la natura riesce spesso (ma non sempre!) a ricostruire il bosco, occorrono secoli per ripristinare ciò che, in poche ore, è andato in fumo! Secoli per rivedere ciò che da bambino ho da sempre ammirato e secoli per veder rifiorire la mia tanto amata e violentata Valle dell’Irno.
L’Umanità spedita dritto verso la sua commiserevole autodistruzione.
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