Si è tenuto ieri, dieci febbraio, presso il Centro Sociale di Mercato San Severino, il secondo appuntamento del progetto “1943-2015: la memoria non va in vacanza”
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Nel corso del convegno si è discusso a lungo sulle leggi emanate da Benito Mussolini, sulla complessità del fenomeno razziale, sulle discriminazioni nei confronti degli ebrei, e su quanto la comunità ebraica fosse considerata una minaccia per la crescita del Paese.
Dalle leggi raziali agli scioperi sindacali del ’43 è il tema preciso dell’evento sul quale è intervenuto per primo Francesco Soverina, che ha fatto un excursus nei secoli indietro affermando che il primo ghetto ebraico fu aperto a Venezia già nel 1516.
Brillante il contributo di Sandro Temin, membro della comunità Ebraica di Napoli, che ha fatto notare quanto gli ebrei invece fossero integrati con la popolazione italiana. Si stima, che durante la prima guerra mondiale cinquanta generali fossero di origine ebraica. Nel 1920 diciannove senatori erano ebrei. Alla nascita del Partito Fascista diversi israeliti seguirono con entusiasmo e fervore l’ascesa al potere di quel Duce che di lì a poco avrebbe dato il consenso alla loro distruzione.
Nell’ambito del convegno è intervenuta tramite Skype Anna Skall, figlia di un internato a Campagna.
Precisa e garbata la moderazione del convegno a opera di Beatrice Benocci, giornalista e docente universitaria, a cui va il merito di aver contribuito alla perfetta riuscita dell’evento. La Benocci ha oltretutto sagacemente interagito con gli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore Publio Virgilio Marone.
La data del dieci febbraio, scelta per l’evento, ricorda l’ennesimo eccidio, quello delle Foibe, una delle pagine più oscure della storia dell’Italia dell’immediato dopoguerra.
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